Caso Intel. Intervista al Segretario confederale Ugl Giovanni Condorelli, Responsabile politiche del mezzogiorno

di Filippo Virzì

Vi proponiamo a seguire un’interessante intervista rilasciata dal Segretario confederale  Giovanni Condorelli  sul caso Intel,  a seguito della decisione da parte del colosso californiano dei semiconduttori di non effettuare il maxi investimento paventato nell’isola escludendo quindi dal novero dei territori candidati la Sicilia che nei mesi scorsi si era fatta avanti offrendo spazi nell’Etna Valley. 

Redazione:

Segretario, partiamo da quello che è diventato un caso nazionale, il caso Intel.

A quanto pare su questo investimento di circa 8 miliardi, che vedeva anche Catania in corsa, la decisione sembra che sia stata presa.

Condorelli:

le notizie che riceviamo ad oggi in effetti non sono rassicuranti per Catania, per la Sicilia e quindi per il meridione. Se questo si dovesse verificare credo che dovremmo porre seriamente un interrogativo a chi ci governa. Come si intende ridurre il gap tra nord e sud se investimenti di questa importanza vengono diretti in altre zone del Paese?

Ancora una volta si ha la sensazione che il sud continua ad essere illuso di promesse, di annunci, di slogan vuoti che non lasciano sperare nulla di buono.

Redazione:

a tal proposito qual è la sua posizione, lei da sempre ha mostrato una certa preoccupazione sull’effettiva volontà di vedere un sud protagonista.

Condorelli:

il mio scetticismo deriva da una analisi della realtà, il meridione segna ogni anno un arretramento in tutti i settori, la povertà avanza, i giovani scappano, non si fanno più figli, aumentano le tasse , servizi  pessimi o inesistenti , territorio fuori controllo. Non ho la vocazione del pessimista ma sono fortemente preoccupato quando accadono casi come quelli di Intel. Se l ‘investimento non si fa oggi nel nostro territorio, mi chiedo, come possiamo credere di recuperare la distanza con il nord.  Il sud recupera solamente se la volontà politica è quella di trasferire risorse vere. Credo che questi sono gli interrogativi che la gente meridionale si pone ogni giorno e ai quali la politica non è in grado di dare delle risposte credibili.

Redazione:

mi pare di capire che la sua è una posizione di accusa verso la classe politica del mezzogiorno che non riesce a cercare l’unità per il bene del proprio territorio.

Condorelli:

infatti quando parlo di classe dirigente mi rivolgo in primis alla politica ma anche agli imprenditori, alle forze sociali, alle istituzioni, agli organi d’informazione, alla società tutta, che dovrebbero scrollarsi definitivamente quella visione egoistica e di parte penalizzante per l ‘intero sistema e lavorare per una nuova prospettiva di unità e solidarietà sociale. L’occasione del Pnrr , più volte ho detto, rappresenta l’ultima chiamata per il mezzogiorno , farsi cogliere  impreparati, in ritardo o ancora peggio disuniti non aiuterà a risollevare  un meridione che non può e non deve contare sull’aiuto di nessuno. Il rischio di fallire purtroppo è qualcosa che temiamo ma che occorre scongiurare ad ogni costo, non abbiamo più altre chance.

Redazione:

quindi per finire quale potrebbe essere la soluzione affinchè si esca da questo profondo stato di malessere e sottosviluppo in cui versa il meridione d’Italia

Condorelli:

non c’è nessun dubbio, occorre puntare tutto sulle risorse del Pnrr, ricordiamo che sono 82 miliardi che il meridione dovrà riuscire a spendere entro il 2026 e in aggiunta altri 55 miliardi entro 2030. Ecco perchè occorre fare sistema e unire le forze, non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato di non spendere le risorse dei fondi comunitari che spesso sono tornati indietro. La grande sfida è proprio questa, riuscirci è una scommessa ma è l’unica che abbiamo per dimostrare che il meridione finalmente sa camminare da solo.

Redazione:

non ci resta quindi che aspettare e sperare

Condorelli:

proprio così altrimenti non servirà più parlare di mezzogiorno

Redazione:

grazie Segretario per la sua analisi schietta e precisa come sempre

Condorelli:

grazie a lei

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