Boeing è presente in Italia da 70 anni e lavora a stretto contatto con l’industria aerospaziale, le forze armate e le principali linee aeree. Ha circa 150 dipendenti diretti in Italia, dislocati tra Roma, Pratica di Mare (RM), Foggia, Grottaglie (TA), Milano, Pomigliano d’Arco (NA), Viterbo e Sigonella (SR) che lavorano nella gestione dei rapporti con partner e fornitori, nei servizi operativi, nelle attività commerciali, nel marketing e nella comunicazione.
A Grottaglie, vicino a Taranto, la Divisione Aerostrutture di Leonardo realizza la parte centrale e posteriore della fusoliera del Boeing 787 Dreamliner. Proprio nello stabilimento di Grottaglie (Taranto) di Leonardo la Gdf di Brindisi ha sequestrato ieri, numerosi componenti in metallo destinati alla produzione delle sezioni nn. 44 e 46 delle fusoliere del Boeing 787. I componenti sono stati prodotti dalle società ‘Processi Speciali e Manifacturing Process Specification’ su commissione di Leonardo, che è parte lesa nel procedimento. Il sequestro è stato disposto perché – secondo le indagini – i componenti sono stati prodotti usando metalli (titanio ed alluminio) difformi per qualità e provenienza da quelli prescritti dal committente e, comunque, in violazione delle relative specifiche tecniche.
Sempre in Puglia, a Foggia, Leonardo realizza anche lo stabilizzatore orizzontale (il piano di coda) del 787. La struttura in materiale composito, che nel 787 sostituisce l’alluminio, grazie alle sue qualità, fra le quali la maggiore leggerezza, consente di ridurre i consumi di carburante. L’azienda Leonardo Spa risulta parte offesa nell’inchiesta: ha sporto querela il 7 dicembre. Il caso era scoppiato in ottobre, quando il titolo Leonardo crollò in Borsa (-7% il 14 ottobre) in seguito a notizia apparse sul Wall Street Journal, riprese poi dalle agenzie internazionali e confermate informalmente dallo stesso gruppo Usa. Le informazioni diffuse riguardavano proprio problemi alle fusoliere del Boeing 787, le cui componenti soddisfacevano tutti i requisiti di qualità richiesti.
Fabio Gigante