«La tassazione sugli extraprofitti delle banche non mi sembra un provvedimento antiliberale per un semplice motivo: gli extraprofitti sono stati ottenuti innalzando i tassi sui prestiti, a seguito degli interventi della Bce e lasciando invariati gli interessi sui depositi prossimi allo zero. Non penso che questo escamotage delle banche possa essere definito “attività d’impresa” che, per sua natura, prevede un rischio che in questa circostanza non è esistito. L’intermediazione classica del settore bancario è saltata da tempo, l’investimento classico del settore bancario, come abbiamo sempre evidenziato, non esiste più e sono altre le forme finanziarie di investimento che generano commissioni e utili per le banche. Questo “nuovo modello” di attività bancaria andrebbe sempre analizzato dalla politica in profondità, non soltanto quando servono entrate economiche, ma quando talvolta viene meno il ruolo sociale che dovrebbe realizzare qualsiasi banca. Mi auguro che queste somme vengano utilizzate, come preannunciato, per aiutare i più deboli con iniziative concrete e trasparenti». Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.