È stato sottoscritto l’accordo per far confluire i fondi pensione del gruppo Ubi nel fondo pensione di Intesa Sanpaolo. L’accordo, firmato oggi dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali con l’azienda, rientra nell’ambito del percorso di integrazione del gruppo .
L’integrazione, che scatterà dal 1 gennaio 2022, interessa circa 20.000 iscritti, ex lavoratori di Ubi passati definitivamente in Intesa lo scorso 14 aprile.
Il Fondo Intesa Sanpaolo era già il primo fondo di previdenza complementare del settore con circa 6 miliardi di euro gestiti a cui si aggiungono, adesso, circa altri 2 miliardi “in arrivo” dal fondo ex Ubi, per un totale di 8 miliardi. Il Fondo di Intesa Sanpaolo rappresenterà, da gennaio 2022, quasi 100.000 lavoratrici e lavoratori associati al fondo. L’accordo interessa anche le lavoratrici e i lavoratori ex Ubi nel frattempo passati al gruppo Bper e al gruppo Banca Popolare Puglia e Basilicata: tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 2021 di questi 5.200 dipendenti circa potranno restare nel Fondo pensione di Intesa Sanpaolo oppure, a scelta del dipendente, essere trasferiti in quelli stabiliti dalle contrattazioni aziendali di Bper e Banca Popolare Puglia e Basilicata.
«Prosegue positivamente il percorso di integrazione di Ubi in Intesa. Per i colleghi di Ubi c’è la garanzia di avere i loro risparmi destinati alla previdenza in una realtà tra le più solide del settore e in Italia.
A settembre sarà avviato il confronto per l’armonizzazione e il rinnovo del contratto integrativo aziendale» commenta il segretario nazionale Fabi e, Giuseppe Milazzo.
«Da parte nostra facciamo sempre il massimo alla ricerca degli accordi migliori possibili per tutte le lavoratrici e i lavoratori» osserva il coordinatore Fabi in Intesa Sanpaolo, Paolo Citterio.