L’arrivo ieri mattina, all’aeroporto di Fiumicino, dell’ultimo volo del ponte aereo umanitario decollato da Kabul con il C130J dell’Aeronautica Militare ha riportato in Italia, oltre ai civili afghani, all’ambasciatore Stefano Pontecorvo, al console Tommaso Claudi anche i militari del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” alle dipendenze della 2^ brigata mobile dei Carabinieri, comandata dal Generale di Brigata Stefano Iasson.
Un reparto estremamente duttile con una importante flessibilità di impiego in grado di operare sia con funzioni di polizia quanto in quelle militari. Un ambito di grande attualità nei moderni scenari internazionali. Il Tuscania è competente nei servizi di scorta e protezione nelle sedi diplomatiche ad alto rischio e nel garantire l’addestramento e l’assistenza in contesti non permissivi a Forze di Polizia di paesi destabilizzati come Iraq, Palestina e Gibuti. “Con l’evacuazione di quasi 5 mila afghani da Kabul, – ha dichiarato Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’arrivo dell’ultimo volo da Kabul a Fiumicino – ad oggi l’Italia è il primo Paese dell’Unione Europea per cittadini afghani evacuati e per questo voglio ringraziare la nostra intelligence e tutti gli uomini e le donne del Ministero della Difesa per il grande servizio prestato. A bordo anche i Carabinieri del Tuscania, senza i quali non avremmo potuto garantire la presenza del nostro console Tommaso Claudi e dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo, rappresentante civile della Nato in Afghanistan. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato in questi giorni all’evacuazione di quasi 5mila afghani”.
Il Ministro degli Esteri ha continuato, – “finisce la prima fase e inizia la fase più difficile. Ci sono tanti cittadini afghani che aspettano ancora di essere evacuati: non possiamo più farlo coi ponti aerei che abbiamo visto in questi giorni ma siamo pronti con le Nazioni Unite e con i paesi limitrofi all’Afghanistan a lavorare per garantire a queste persone che hanno collaborato con noi in questi 20 anni di poter avere la stessa possibilità che hanno avuto i quasi 5mila cittadini afghani che abbiamo evacuato in questi giorni”. Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini ha commentato così il loro arrivo: “Le Forze Armate italiane, con questa operazione molto delicata e complessa sin dalle fasi iniziali, hanno svolto un eccezionale lavoro garantendo il ponte aereo che, dopo l’aggravarsi della crisi politico e sociale in Afghanistan, ha portato in Italia un numero di persone ben oltre superiore a quello previsto inizialmente”. “La Difesa – ha continuato il Ministro – ha impiegato tutte le risorse disponibili per mettere in sicurezza ed evacuare più persone possibili. All’operato dei nostri militari, silenzioso e costante, va il plauso e la gratitudine di tutta l’Italia. Professionalità, sacrificio e una straordinaria umanità che sono riconosciuti da tutti”.
“In soli 14 giorni e in condizioni difficili abbiamo evacuato e portati in salvo 4.890 cittadini afghani tra cui molte donne e bambini. Abbiamo fatto il massimo, è partito anche l’ultimo C130 con a bordo i militari italiani che sono stati impegnati in questa operazione, la Joint Evacuation Task Force che dal 13 agosto scorso ha gestito sul campo le operazioni di evacuazione. Termina l’impegno ventennale delle forze armate italiane in Afghanistan e il mio pensiero va ai 54 caduti, alle loro famiglie, ai 723 feriti e alle vittime degli atti terroristici“.
Sono queste le parole pronunciate dal generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, comandante del comando operativo di vertice interforze. La Difesa ha messo in campo per l’operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal COVI, Comando Operativo di Vertice Interforze, comandato dal Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, 8 aerei, 3 KC-767 che si sono alternati tra l’area di operazione e l’Italia e 5 C130-J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui è partito il ponte aereo per Kabul. In 15 giorni sono stati effettuati in totale 87 voli.
Fabio Gigante