A più di un anno dalla pandemia, il Covid continua ad uccidere e influenzare le nostre vite, le nostre scelte. E’ diventato il nostro nemico, così come lo sono stati 76 anni fa il nazi-fascismo durante la seconda guerra mondiale. Il 25 aprile 1945 segnò il termine della seconda guerra mondiale. Una data fondamentale per la costruzione della nuova Repubblica democratica. Nasceva, dalle rovine della guerra, una nuova e diversa Italia, che troverà compimento il 2 giugno del 1946, con la scelta della Repubblica e il primo gennaio 1948 con la nostra Costituzione. La festa della Liberazione è riconosciuta anche con il nome anniversario della Resistenza, dedicata al valore dei partigiani di ogni fronte che dal 1943 contribuirono a liberare l’Italia.
Nel messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviato alle associazioni combattentistiche e d’arma in occasione del 76esimo anniversario il capo dello Stato sottolinea come “anche oggi è necessaria la coesione per superare la crisi pandemica”. Le limitazioni, sia pur minori, ci saranno anche quest’anno ma il Capo dello Stato ricorda “con uguale intensità” il sacrificio “di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta”.
Per vincere la sfida, un anno dopo e nel pieno della campagna vaccinale, Mattarella richiama ai valori di “rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana, – continua Mattarella – furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese”.
Per il capo dello Stato mentre sia le forze politiche che i cittadini si dividono, chiede unità. “Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell’Italia. Nell’onorare il ricordo di quanti sono stati protagonisti della conquista della libertà e della democrazia, rivolgo ai rappresentanti delle forze armate, delle associazioni combattentistiche, d’arma e partigiane, il saluto di tutti gli italiani, riconoscenti per l’instancabile opera volta a mantenere vivi gli ideali di abnegazione, spirito di sacrificio e democrazia simboleggiati dal tricolore. Viva la Liberazione, viva la Repubblica”.
Fabio Gigante