Iniziano oggi, 1° giugno, le celebrazioni per il Centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto all’Altare della Patria, celebrazioni che si concluderanno solennemente il 4 novembre. Quasi 100 anni fa, il 4 novembre 1921, ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria. E non è certo un caso se le celebrazioni iniziano di fatto in coincidenza con il 2 Giugno: a 75 anni dalla nascita della Repubblica Italiana, l’affermazione dei valori dell’unità nazionale fondata su libertà e democrazia si impone infatti forte come non mai. Specie ora che il Paese ha attraversato un momento molto difficile, da cui sta faticosamente ma fortunatamente uscendo, grazie all’impegno corale delle sue istituzioni, a cui associazioni di volontariato e combattentistiche hanno dato e danno un contributo rilevante.
Ad aprire le celebrazioni del centenario sarà oggi, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini. L’evento sarà trasmesso online sul sito e i profili social della Difesa a partire dalle 10.30. Oltre a Guerini interverranno Paolo Mieli, storico e giornalista e Grazia Riggio Bergamas, nipote di Maria Bergamas. L’evento, condotto dal giornalista Rai Alberto Matano, sarà arricchito dalle letture di Sonia Bergamasco, Cesare Bocci e Alessio Vassallo. La storia nella scheda della Difesa. Dopo la 1^ guerra mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo Combattente, caduto armi in pugno.
In Italia l’allora Ministero della guerra dette incarico ad un’apposita commissione di esplorare tutti i luoghi nei quali si era combattuto e di scegliere una salma ignota e non identificabile per ognuna delle zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare. Undici salme, una sola delle quali sarebbe stata tumulata a Roma al Vittoriano, furono trasportate nella Basilica di Aquileia. Qui venne operata la scelta tra undici bare identiche. A guidare la sorte fu chiamata una popolana di Trieste, Maria Bergamas, il cui figlio Antonio – disertore dell’esercito austriaco e volontario nelle fila italiane – era caduto in combattimento senza che il suo corpo potesse essere identificato. Il Feretro prescelto fu trasferito a Roma su ferrovia, con un convoglio speciale a velocità ridotta sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma, ricevendo gli onori delle folle presso ciascuna stazione e lungo gran parte del tracciato.
Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei Caduti, con il Re in testa, e le Bandiere di tutti i reggimenti attesero l’arrivo del convoglio nella Capitale e mossero incontro al Milite Ignoto per rendergli solenne omaggio.
Il Feretro fu poi scortato da un gruppo di dodici decorati di Medaglia d’Oro fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, al cui interno rimase esposto al pubblico. L’epilogo avvenne il 4 novembre 1921 con una solenne cerimonia. Più di trecentomila persone accorsero per quel giorno a Roma da ogni parte d’Italia e più di un milione di italiani fece massa sulle strade della Capitale.
Il corteo avanzò lungo Via Nazionale, lungo la quale erano rappresentati i soldati di tutte le armi e di tutti i servizi dell’Esercito. Dinanzi al gran monumento, in piazza Venezia, uno smisurato picchetto fu schierato in quadrato, mentre 335 Bandiere dei reggimenti attendevano il Feretro. Prima della tumulazione, un soldato semplice pose sulla bara l’elmetto da fante. I militari presenti e i rappresentanti delle nazioni straniere erano sull’attenti, mentre tutto il popolo in ginocchio. Il feretro del Milite Ignoto veniva quindi inserito nel sacello e così tumulato presso quel monumento che poteva ora ben dirsi Altare della Patria.
In occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della patria, il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), ha avviato il progetto “Milite Ignoto, Cittadino d’Italia” per il conferimento della cittadinanza onoraria da parte di tutti i Comuni italiani. L’iniziativa è sostenuta anche dal Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma.
Fabio Gigante