VIOLENZA SULLE DONNE: RADDOPPIATE LE CHIAMATE CON RICHIESTA D’AIUTO
Violenza sulle Donne – Più che raddoppiato il numero delle chiamate al numero verde 1522
(di Caterina Guercio) Ecco perchè è importante il 25 novembre
Il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat al numero verde 1522, nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020, è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280. La crescita delle richieste di aiuto tramite chat è quintuplicata passando da 417 a 2.666 messaggi. Accanto alla richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza (4.899 chiamate pari al 32,1% del totale delle chiamate valide) crescono anche le chiamate per avere informazioni sulla tipologia di servizi offerti dal 1522 (3.655 pari al 23,9%), ecco alcuni dati scaturiti da una analisi condotta dall’ Istat sui data set del numero verde 1522 durante la prima ondata di pandemia.
Il 1522, attivo dal 2006, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità, rappresenta un canale concreto di aiuto per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne e dal 2009 svolge anche un’azione di sostegno nei confronti delle vittime di stalking.
I numeri parlano chiaro l’emergenza generata dall’epidemia da coronavirus ha accresciuto il rischio di violenza sulle donne, poiché molto spesso la violenza avviene dentro la famiglia.
La violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso. Molto spesso si tratta di violenze dentro la famiglia, più difficili da dichiarare e denunciare, situazioni in cui la donna si sente sola a dover affrontare un dramma che, se portato allo scoperto, sconvolgerebbe anche gli equilibri di vita di altre persone care.
La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, fissata il 25 Novembre dalle Nazioni Unite, rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su un problema così grave. Poco meno di 7 milioni di donne in Italia hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita, una su tre; per quasi 3 milioni l’abuso è perpetrato dal partner o dall’ex. Nel 2018 le vittime di femminicidio sono state 142, un numero in crescita rispetto all’anno precedente, e 94 quelle registrate nei primi dieci mesi del 2019 ( fonte Istat).
Le disposizioni normative in materia di distanziamento sociale introdotte al fine di contenere il contagio da coronavirus si sono rivelate, nel corso dell’anno, un elemento che ha rallentato l’accoglienza delle vittime nei centri antiviolenza e nelle case rifugio che sono sempre rimasti comunque attivi, nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie previste, e le Istituzioni hanno fatto la loro parte rafforzando gli interventi di contrasto e prevenzione.
Per far fronte all’emergenza lo scorso 10 novembre la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al riparto di 28 milioni di euro da destinare ai Centri Antiviolenza, alle Case Rifugio e alle altre iniziative di competenza regionale in materia di violenza maschile contro le donne. I 28 milioni oggetto di riparto si aggiungono ai 5,5 milioni che sono già stati stanziati per il finanziamento di interventi urgenti per le Case Rifugio ed i Centri Antiviolenza a seguito della pandemia da Covid-19.
Le risorse messe a disposizione dei servizi territoriali per il 2020 sono quindi pari complessivamente a 33,5 milioni di euro.
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile , che comprendono un obiettivo specifico per porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze, offrono grandi possibilità, ma necessitano di finanziamenti adeguati per apportare cambiamenti reali e significativi nella vita delle donne e delle ragazze.