Ucraina: sventato un piano per scambiare cacciabombardieri russi Su 34 con milioni dollari
Alcuni volontari ucraini, successivamente accusati di tradimento da Kiev, avrebbero più volte offerto una ricompensa ai soldati russi in cambio della consegna dei loro aerei da combattimento di Mosca. Ma qualcosa è andato storto. Il piano dei volontari ucraini prevedeva corrompere tre piloti russi, impegnati a bombardare l’Ucraina a bordo dei cacciabombardieri Su-34, mettendo sul tavolo svariati milioni di dollari. In cambio di ingenti somme, i soldati avrebbero dovuto disertare e consegnare i loro aerei. Protagonista di questo assurdo piano una squadra di volontari ucraini, in stretta collaborazione con l’agenzia di intelligence di Kiev. Chiaro l’obiettivo: convincere quanti più nemici possibile a “vendere” i rispettivi aerei da combattimento dietro lauti compensi.
Alla fine l’FSB, Servizio Federale per la Sicurezza della Federazione russa, si sarebbe tuttavia accorto del complotto, scongiurando la clamorosa beffa e reagendo con un bombardamento a tappeto sull’Ucraina. Dal canto loro, gli ideatori del piano sono stati accusati di tradimento dal servizio di sicurezza statale ucraino (Sbu). Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giornale l’intera vicenda sarebbe da collocare all’inizio della scorsa estate, poco dopo lo scoppio della guerra. Da quanto emerso, “un numero imprecisato di ucraini avrebbe più volte offerto una ricompensa ai soldati russi per farsi consegnare gli equipaggiamenti da loro impiegati sul campo di battaglia”.
La storia più documentata, raccontata al sito Yahoo News, è quella che riguarda un certo Bogdan, un volontario di Kiev “che avrebbe ideato e lanciato – riporta il quotidiano – questo intricato piano per prendere il controllo dei caccia russi Su-34”. A quanto pare, “il gruppo di Bogdan sarebbe arrivato quasi al punto di convincere un pilota russo di Su-34 Fullback e Su-24 Fencer, un tale Roman Nosenko, ad abbandonare il suo aereo Su-34 in cambio di un pagamento di 1 milione di dollari. Dopo aver preso i contatti con lui, Bogdan ha raccontato che Nosenko sembrava pronto ad attuare il piano, un piano che avrebbe dovuto concludersi con l’atterraggio del velivolo russo in un aeroporto ucraino, che sarebbe stato indicato in un secondo momento. Al termine di una serie di conversazioni difficili, descritte da Bogdan come alcune delle più difficili della sua vita, l’ucraino ha convinto Nosenko a dimostrare la sua identità. Il pilota russo ha quindi inviato al reclutatore le foto dei due aerei sui quali stava volando. All’inizio Nosenko appariva molto scettico e non credeva che l’offerta fosse vera. Per garantire la serietà dell’operazione, – riporta ancora Il Giornale – Bogdan gli ha inviato 2mila dollari per fornire informazioni dettagliate sui lanciatori. Rendendosi conto che le cose si stavano facendo più serie, Nosenko ha scritto un messaggio emblematico: “Trasferirò la mia famiglia, ma cosa succederà lì se questo non è uno scherzo? I soldi sono enormi. Sembra una truffa. Quali sono le garanzie che non verrò truffato? Diavolo, è come un film”.
Mentre si stava preparando per l’operazione, Nosenko ha fornito importanti informazioni a Bogdan. Ad esempio, pare che nessun pilota russo sapeva in anticipo quale fossero o dove si trovassero gli obiettivi. Il pilota ha inoltre comunicato particolari sul tipo di armi che trasportava il suo aereo. Il complotto prevedeva la sedazione del copilota di Nosenko. Il Su-34 è infatti un cacciabombardiere biposto e il secondo membro dell’equipaggio doveva essere necessariamente messo ko. Nosenko avrebbe poi dovuto dirigere il caccia nello spazio aereo al di fuori del controllo russo, facendo volare il suo aereo ad un’altitudine molto elevata, per poi atterrare nel territorio ucraino. Era prevista anche una seconda parte del piano, relativa al trasporto della famiglia di Nosenko fuori dalla Russia, con passaporti falsi, attraverso canali in Armenia o Bielorussia, e da qui in uno dei Paesi Baltici.
L’intero piano è stato sventato dall’Fsb, che era stato in grado di monitorare le comunicazioni tra Nosenko e il reclutatore ucraino. I russi, stando al racconto di Bogdan, sarebbero quindi intervenuti per fermare il complotto. L’Ucraina è riuscita a ottenere soltanto alcune informazioni sul Su-34 e sulle armi che utilizza. In caso di fumata bianca, il piano avrebbe consentito all’Ucraina e agli Stati Uniti di ottenere un importante successo strategico. Catturare un Su-34 completamente intatto avrebbe infatti rappresentato un importante bottino di intelligence, specialmente per i programmi di sfruttamento del materiale straniero degli Stati Uniti.
Fabio Gigante