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Tanto volontariato e impegno dei giovani sul referendum dell’eutanasia.

Ci vuole un miracolo di Rosalia

Diciamolo pure, per chi non lo sapesse,  il referendum è l’unico strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.

E’ uno strumento di democrazia diretta, che consente agli elettori non di eleggere i propri rappresentanti, bensì a rispondere senza intermediari, ad uno specifico quesito con un “” o con un “no” su un tema oggetto di discussione  e quindi un modo democratico per tentare di far valere la volontà di cittadini nel chiedere alla politica una legge, una riforma, una proposta.

Nello specifico  nei giorni scorsi nelle nostre città abbiamo visto promuovere diversi referendum più o meno attenzionati dalla comunità italiana: da quello sulla giustizia molto partecipato e sentito a quello dell’Eutanasia promosso da Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che seppur silenzioso,  ha già raccolto oltre 100mila firme (dati del 14 luglio 2021), ma ne servono almeno 500mila di fime autenticate e certificate entro il 30 settembre per approvare il referendum in questa legislatura, Parimenti tutto da rifare.

Una legge sull’eutanasia, a quanto pare, sembrerebbe non interessare nè alla politica, nemmeno alla sinistra quella dei  “radical chic” esperti in tematiche di nicchia e men di meno alla Chiesa Vaticana che fa finta che la “cosa” non riguardi la comunità ecclesiastica.

Certamente una legge sull’eutanasia serve e probabilmente il momento è quello sbagliato poichè il Paese subisce una moltitudine di problemi uno più grave e urgente dell’altro a cui si fa fatica a rispondere.

Tuttavia è ammirevole che molti giovani di questo paese si siano mobilitati perchè credono in questa “missione” dare diignità ai nostri malati fino alla fine

Non dimentichiamoci delle tante esperienze, venute fuori dai media, di molti malati disperati che supplicavano l’accesso al suicidio assistito finiti poi per essersi rivolti ad altri Peasi certamente più “civili” e democratici del nostro.  Ma i racconti “messi in piedi” dai media nazionali ci hanno fatto vergognare e indignare nel momento in cui eravamo attaccati allo schermo, ma il giorno seguente è un altro giorno, con altri problemi e molteplici priorità: “C’è da campare”.

Finish.

La vita continua….si fa per dire.

Ecco che anche oggi, nel giorno della Santuzza, patrona di Palermo, ci chiediamo  “Rosalia ma a quante richieste di miracolo dovrai far fronte questa’anno?”

Non sarebbe il caso (forse) di chiedere alla Santuzza un solo miracolo prioritario su tutti?

Quale?

Questo!

“Rosalia apri il cuore e la mente di chi sta al potere e ha le sorti del popolo… e se ritieni inizia pure proprio dalla nostra città di cui tu sei Patrona e ne hai responsabilità, Grazie Santuzza mia”.

 

 

 

 

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