Swarm Drone, l’arma del futuro
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale trova sempre più spazio nell’ambito della sperimentazione di droni militari. Leonardo, azienda italiana leader nel settore dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, ha condotto in questi giorni, in sinergia con il Rapid Capabilities Office (RCO) della Royal Air Force (l’aeronautica militare inglese) una serie di test dal vivo sugli “Swarm Drone”.
Si tratta di droni a pilotaggio remoto di dimensioni ridotte ed autonomi capaci di volare in gruppo interagendo con l’ambiente circostante ma senza interferire tra di loro. I droni potranno comunicare e scambiarsi continuamente feedback. Il comportamento di ogni singolo drone comporta la variazione di tutto lo sciame e quindi la riorganizzazione ed il riadattamento autonomo del gruppo.
Gli “Swarm Drone” sono equipaggiati con un BriteCloud, jammer di Leonardo, particolarmente sofisticati, dotati della potente tecnologia Early Worning, variante che funge da esca e che irradia segnali molto forti e concentrati per alterare il funzionamento dei ricevitori dei radar avversari o per confondere i radar di ricerca utilizzati da missili e artiglieria. In uno scenario di guerra aerea qualunque velivolo può essere distrutto da un missile, ma uno “Swarm Drone”, se venisse colpito continuerebbe la sua missione anche con grosse perdite senza dover però abbandonarla.
Le batterie anti-aeree non sarebbe in grado di abbattere un intero sciame di droni. Potrebbero essere sganciati da un aereo di grande dimensioni quali un C130 o un C 17, una sorta di “nave madre”, ed una volta portata a termine la missione far ritorno alla “portaerei volante”. Il vantaggio sarà quello di spostare in modo “fast and safe”, (veloce e sicuro) sciami di droni, da poter schierare in poco tempo laddove ne sarà richiesto l’uso.
“La prova è consistita nel verificare le effettive capacità dei droni, i quali sono stati impiegati – secondo quanto dichiarato dall’azienda italiana – per disturbare e neutralizzare alcuni radar di prova, che a loro volta simulavano sistemi di difesa aerea avversari”. Ispirata agli sciami di insetti, la tecnologia BriteCloud, unica al mondo, è entrata in servizio con la RAF ed è attualmente in fase di valutazione per il servizio dalle forze armate statunitensi come una tecnologia futura e potenzialmente rivoluzionaria.Leonardo ha definito questa tecnologia, sviluppata in appena due mesi in sinergia con le aziende britanniche Callen Lenz e Blue Bear, “potenzialmente in grado di essere dirompente nel settore della Difesa”.
Fabio Gigante