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SNALS. Istruzione, pandemia e prossime elezioni: presente e futuro di Unipa.

Il sistema universitario è sicuramente uno dei più articolati e attenzionati del nostro apparato sociale. L’emergenza pandemica ha sicuramente inciso maggiormente nell’organizzazione interna delle università siciliane e nella formazione degli studenti.

Per l’Università degli studi di Palermo si aggiunge anche, come in molte università italiane, le imminenti elezioni del nuovo Rettore. Per comprendere meglio la grande e variegata “città universitaria” di Palermo ed il periodo che sta attraversando, ha risposto ad alcune mie domande il Coordinatore provinciale SNALS dell’Università di Palermo, Giovanni Madonia Ferraro.

Quanto ha sofferto il sistema universitario a causa della pandemia?

Abbiamo vissuto tempi terribili ed eccezionali, storici per molti versi. Credo però che, nonostante queste sfide estreme alla nostra vita personale e professionale, il sistema universitario nelle sue fondamenta fatte di studenti, docenti e personale TAB ha dimostrato una capacità di resistenza straordinaria. A proposito di sistema nel suo complesso, voglio citare in particolare l’esempio del Policlinico Universitario di Palermo, vero baluardo nella lotta al Covid con i suoi splendidi infermieri, i suoi medici, il suo personale sanitario, che hanno lottato in prima linea per salvare vite. In Ateneo la pandemia in atto ha evidenziato il grande senso di attaccamento all’istituzione del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, capace di continuare ad offrire il servizio all’utenza senza nessuna interruzione, spesso andando ben oltre il rispetto delle mansioni contrattuali o dell’orario di lavoro giornaliero. Il personale ha dimostrato di essere pronto all’innovazione e al cambiamento, capace di adattarsi alle nuove modalità organizzative e di familiarizzare con gli innovativi strumenti di cui l’attuale emergenza ha reso inevitabile e immediato il capillare utilizzo. Insomma, il personale tecnico-amministrativo ha dato prova di avere voglia di fare e di migliorarsi.

Nella visione comune si pensa che le Università siano solo configurate da studenti e professori. Invece la macchina è più complessa…

È possibile immaginare l’Università senza il personale tecnico-amministrativo? Qualche docente forse risponderebbe “Certamente! E l’Università sarebbe un mondo migliore! Meno scartoffie da compilare, meno orpelli burocratici da cui essere assillati, meno regole e regolamenti in cui rimanere impigliati!”. Noi crediamo che senza il personale tecnico-amministrativo la vita accademica si ridurrebbe alla paralisi, venendo meno tutti i servizi essenziali: non si potrebbero completare le pratiche relative ad immatricolazioni, iscrizioni e aggiornamento carriere presso le Segreterie Studenti; non si potrebbero acquisire beni e servizi; non si potrebbe chiedere il rimborso di una missione o di una spesa effettuata tramite fondo economale; non ci sarebbe il piano delle aule né il calendario delle lezioni e degli esami; le biblioteche resterebbero chiuse; non si potrebbe fruire di servizi quali il prestito librario o il document delivery; non si potrebbero emanare i bandi per il reclutamento di docenti, ricercatori, assegnisti e borsisti di ricerca.

Si avvicinano le elezioni per eleggere il nuovo Rettore dell’Università di Palermo. Che aria tira?

E’ un momento difficile ma fondamentale, nel senso letterale del termine. Siamo oggi di fronte, dopo sei anni a dir poco travagliati, ad un cambio che non è soltanto relativo al vertice dell’Ateneo. Dopo la pandemia in corso, abbiamo davanti a noi un nuovo mondo, anche e soprattutto per l’Università. Il cambio di paradigma è la sfida che deve affrontare l’Università degli Studi di Palermo per il suo futuro: chi vogliamo essere nei prossimi dieci anni? Le azioni poste in essere dal nuovo Rettore influenzeranno i destini delle prossime classi dirigenti del nostro territorio e non solo. Le risorse del Next Generation EU (nomen omen) possono essere la spinta che serviva per un salto di qualità decisivo. Sta a noi, e al nuovo Rettore in particolare, fare sì che non sia l’ennesima occasione persa. La sensazione è che la Comunità di Unipa sia ben attenta a queste dinamiche e voglia dirigersi verso un Rettore in grado di cogliere tale sfida. C’è grande voglia di cambiamento, di discontinuità e di aria nuova.

C’è chi vorrebbe posticipare le elezioni dei Rettori di un anno. Cosa ne pensa?

E’ una bufala, chi la propone, oltre ad essere antidemocratico, è solo in cerca visibilità, ormai sempre più difficile da ottenere. In piena pandemia abbiamo avuto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. A livello locale abbiamo avuto molte elezioni e, inoltre, si è votato anche per l’elezione del vertice del più grande Ateneo di Italia, la Sapienza di Roma. Voglio ricordare inoltre che la stragrande maggioranza del corpo elettorale di Unipa si è vaccinato con la prima dose e lo sarà del tutto quando si voterà a luglio prossimo. Quei pochi che dovrebbero mancare all’appello potranno vaccinarsi tranquillamente prima di tale data. I seggi possono essere organizzati per un voto in piena sicurezza anche in considerazione delle condizioni meteo che a luglio a Palermo conosciamo tutti.

Negli ultimi anni è stato modificato lo statuto per la votazione del personale Tab, quali sono stati i motivi?

Bisognerebbe chiederlo a chi lo ha proposto e poi votato e che oggi si nasconde proponendosi come nuovo ma che tutti conosciamo. La scellerata decisione di modificare lo Statuto, introducendo, in occasione delle elezioni del nuovo Rettore dell’Ateneo, il voto in forma pesata di tutto il personale tecnico-amministrativo, avrà ricadute estremamente negative sul medesimo personale. Infatti, dietro l’inganno di un’apparente, maggiore democraticità, il nuovo sistema elettorale non solo determinerà una minore incidenza del voto del personale tecnico-amministrativo rispetto al precedente meccanismo dei “grandi elettori” (che, giova ricordarlo, esprimevano un voto pieno, al pari dei docenti, e non pesato), altresì relegherà il personale predetto ad una posizione di differenza rispetto ai docenti, non solo perché, come detto, il voto è “pesato”, e non pieno, ma anche perché le schede saranno messe in un’urna separata, con tutti i rischi che ciò comporta (a cominciare da quello di un maggiore “controllo” sul voto a scapito della più totale libertà di scelta). Chi ha scelto tale variazione, in base all’errata convinzione che il personale tecnico-amministrativo ricopra una posizione marginale, lo ritiene subalterno all’interno del contesto accademico, mostrando la sua vera natura di spocchioso e dispotico accademico, come nella peggiore tradizione del baronato.

Vi sentite sminuiti come categoria all’interno dei processi decisionali?

No, conosciamo bene i nostri doveri e diritti. L’articolo 1 dello Statuto di Ateneo sintetizza perfettamente l’innato spirito comunitario che deve connotare la vita all’interno del nostro Ateneo (“L’Università è una comunità di ricerca scientifica e di alta formazione a cui partecipano a pieno titolo, nelle rispettive competenze e responsabilità, professori, ricercatori, collaboratori della ricerca, studenti e personale tecnico amministrativo”). Ogni Università, infatti, trova il proprio fondamento nella propria natura di “universitas”, cioè di una comunità in cui le componenti fondamentali (studenti, personale docente e ricercatore e personale tecnico-amministrativo) operano sinergicamente e interagiscono per l’accrescimento del sapere e lo sviluppo della conoscenza. Noi siamo in prima linea con i nostri lavoratori per dare il nostro meglio al nostro Ateneo, ai nostri studenti e alle loro famiglie, alla nostra Terra.

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