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Ricordo di Paolo Borsellino: la sua non era l’antimafia di oggi, era la normalità della giustizia contro ogni crimine

Commemorazione del Giudice Borsellino nel 32° anniversario della sua morte per mano mafiosa

Ricordo del Giudice Borsellino: eroe di giustizia e vittima di mafia e forse anche di una parte di quella finta antimafia.

 

Oggi, 19 luglio 2024, Palermo si ferma per ricordare un uomo straordinario, un simbolo della lotta alla mafia e della giustizia: il giudice Paolo Borsellino. Esattamente 32 anni fa, Borsellino veniva assassinato in via D’Amelio insieme ai cinque agenti della sua scorta. Un attentato che non solo ha strappato alla società un servitore dello Stato, ma che ha anche segnato uno dei momenti più bui nella storia della lotta alla mafia in Italia.

Paolo Borsellino, insieme al suo collega e amico Giovanni Falcone, ha rappresentato il volto più determinato della magistratura italiana contro Cosa Nostra. Il suo impegno e la sua dedizione hanno ispirato generazioni di magistrati, forze dell’ordine e cittadini a non piegarsi di fronte al potere mafioso. Nonostante la sua vita sia stata tragicamente interrotta, il suo esempio continua a vivere, alimentando la speranza e la determinazione nella lotta alla mafia.

La mafia, come diceva Borsellino, è “un fenomeno umano e, come tutti i fenomeni umani, ha un inizio e avrà anche una fine”. Queste parole, pronunciate con una fede incrollabile nella giustizia, risuonano ancora oggi con forza. Tuttavia, Borsellino non si illudeva che la lotta fosse semplice. Sapeva bene che la mafia agisce con disumanità, sfruttando le debolezze della società e corrompendo le istituzioni.

La nostra redazione vuole oggi rendere omaggio a questo eroe ricordando non solo il suo sacrificio, ma anche l’importanza della sua eredità. L’estirpazione della mafia non è solo un dovere morale, ma una necessità per la nostra democrazia. Lo Stato deve volerlo con forza e determinazione, scoperchiando anche quella porzione di sé stesso che ha tradito i propri principi.

Purtroppo, a 32 anni dalla strage di via D’Amelio, non abbiamo ancora tutte le risposte. Le ombre e i misteri che circondano l’omicidio di Borsellino sono una ferita aperta per la nostra società. La verità, quella completa e definitiva, deve ancora emergere. Eppure, non dobbiamo smettere di cercarla, perché solo attraverso la verità possiamo rendere giustizia a chi ha sacrificato la propria vita per la legalità e la democrazia.

Commemorazione: un atto di posizione, non una vetrina

È fondamentale che le commemorazioni di figure come Paolo Borsellino non vengano trasformate in passeggiate politiche o occasioni di visibilità per taluni. La memoria di Borsellino deve essere onorata con sincerità e rispetto, come un momento di riflessione e di rinnovato impegno contro tutte le forme di illegalità e storture della giustizia che favoriscono i gruppi criminali.

La commemorazione non deve essere una vetrina per farsi notare, ma un atto di presa di posizione deciso contro ogni forma di criminalità organizzata. Deve rappresentare un impegno concreto per contrastare le ingiustizie e per promuovere una cultura della legalità. Ogni volta che celebriamo la memoria di Borsellino, dobbiamo ricordare che la lotta contro la mafia è una battaglia quotidiana, che richiede il coinvolgimento attivo di tutti noi.

Il Fenomeno dell’antimafia di facciata

Negli ultimi anni, il fenomeno cosiddetto “antimafioso” ha portato all’arresto di molti uomini di “spessore” che, con la finta antimafia, hanno compiuto azioni sconcertanti e rovinato famiglie. Questi individui hanno utilizzato il pretesto della lotta alla mafia per costruire il proprio percorso di potere e denaro, spesso anche per favorire la propria ascesa in politica e coltivare progetti al solo scopo di arricchire se stessi e la loro cerchia di amici.

Probabilmente, Borsellino è stato colpito proprio da chi diceva di contrastare la mafia, un’amara verità che rende ancora più grave il suo sacrificio. L’antimafia di facciata ha tradito lo Stato e chi, come Borsellino, lottava per rendere più giusto questo mondo. Questa falsa antimafia è una perversione degli ideali per cui uomini come Borsellino hanno sacrificato la vita. È un monito per tutti noi: dobbiamo essere vigili e critici nei confronti di chi sfrutta la bandiera dell’antimafia per fini personali. La lotta alla mafia deve essere portata avanti con onestà e trasparenza, senza secondi fini, per essere realmente efficace.

Oggi, mentre Palermo e l’intera Italia ricordano Paolo Borsellino, rinnoviamo il nostro impegno nella lotta contro la mafia. Ricordiamo che la mafia può e deve essere sconfitta. È un compito che spetta a tutti noi: istituzioni, forze dell’ordine, magistratura e cittadini. Solo con un impegno comune, guidato dall’esempio di uomini come Borsellino, potremo costruire una società più giusta e libera dalla paura.

In memoria di Paolo Borsellino, continuiamo a credere nella possibilità di un futuro senza mafia, un futuro in cui la giustizia trionfa e il sacrificio dei nostri eroi non è stato vano

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