Quelli dell’alba
di Piero Longo
Fummo quelli dell’alba
quando il sole era entrato in leone
e dal lontano occidente
bombardarono chewing gum e libertà
gomme da masticare come pane
e per dessert le caramelle e il whisky
quando a Hiroshima il sole fu nero
e il brivido di morte con la nube
sconvolse il mondo
e bruciava il dolore
nelle camere a gas i corpi inermi
soffocati al silenzio.
Poi venne il mezzogiorno più felice
e la giovane luce della pace
immaginata con le guerre altrove
mentre qui si cantava a squarcia gola
musica rok e bella ciao e il pop
che promise l’ebbrezza e la ricchezza
col mito della nuova economia
nella serial catena produttiva
e nell’ alienazione più giuliva
che infine esplose con il nuovo canto
che gridava giustizia e libertà
e con gran voce fantasia al potere
nell’allucinazione speranzosa
già spenta con il fumo del meriggio
nella rivoluzione andata a male
quando numeri nuovi all’apparenza
assommarono tutte le ragioni
e le necessità sorte all’inganno
per non perdere l’ultima occasione
dell’asso piglia tutto per diritto
nel gaudio globale dell’assenso
acritico ed estorto allegramente
con le speranze del miglior futuro
frutto dell’elettronico sapere
strappato alla natura dissacrata
e d’ogni suo bene defraudata
accumulando all’ingordigia cieca
per la corsa al dominio dissennato.
La luce del tramonto fu assai breve
e ci lasciò con questa pandemia
che calò con la notte e le movide
rubate al sonno della pia ragione
stuprata e abbandonata ai nuovi mostri
ottenebrati e in cerca d’una via
fuori dai labirinti della droga
e del politichese dei mafiosi
nel mercato globale ben pasciuti
e dominanti sugli addormentati
che attendono energie alternative
per riscattarsi e per salvare il mondo.
E intanto già lo spazio è conquistato
e forse per la luna e poi per Marte
s’amplieranno le guerre i in nuove forme
tra stazioni orbitali interstellari
in cerca d’acqua mentre gli assetati
qui resteranno servi ad aspettare
il diluvio finale e il nuovo sole.
Noi ancora vegliamo in attesa
del rosso che ci annunci all’orizzonte
il vento siderale dell’aurora
Piero Longo