Politica e malumori: Maria Rita Picone, coordinatrice Italia Viva Palermo lascia il partito
Maria Rita Picone era coordinatrice di IV della provincia di Palermo
C’è “rivugghiu” a Palermo.
Politica e malumori: Maria Rita Picone, coordinatrice Italia Viva Palermo lascia il partito
Tra le varie organizzazioni e riorganizzazioni partitiche/politiche oggi accade che la dott.ssa Maria Rita Picone, coordinatrice di Italia Viva di Renzi nella provincia di Palermo, lascia. “Dopo una lunga riflessione su quale fosse il ruolo di coordinamento e quale importanza ha la base elettorale per gli uomini e le donne di Italia Viva, essendomi avvicinata al movimento con entusiasmo e avendo condiviso inizialmente il progetto della costruzione di un partito che vedesse tutti protagonisti, sono rimasta estremamente delusa dalle ultime vicende del Movimento di Italia Viva – così scrive Picone nella lettera di dimissioni – esperta e navigata donna politica”
Come si evince dalla lettera, la dott.ssa ex Italia Viva non ha gradito, come tanti altri, l’ascesa in terra di Palermo di Faraone, quale candidato sindaco imposto da Roma.
La consigliera conitnua “Sono in politica dal 1997, ho ricoperto da oltre 25 anni numerosi ruoli, elettivi e non, nel territorio della provincia di Palermo. L’entusiasmo con cui io e il mio gruppo, con leader l’On. Tamajo, abbiamo accettato di far parte della squadra, è stato stroncato dalle ultime vicissitudini su Palermo. Le decisioni prese dall’alto, come la recente candidatura dall’On Faraone a sindaco di Palermo e la scarsa considerazione della ‘base’ nell’ intraprendere percorsi che dovrebbero coinvolgere tutti, mi hanno fatto allontanare dall’iniziale progetto. Si tratta di una critica di metodo e non di merito. Per questo motivo mi dimetto dal ruolo di Coordinatrice della provincia di Palermo”.
Questi sono elementi di critica e valutazione politica su quanto sta accadendo nella quinta città d’Italia.
Malessere, ipocrisia e tradimenti fanno si che a tre mesi dalle elezioni nessuna scelta è stata confermata e come accade in guerra sucede che “spara chi ha più pallottole” sperando che non siano “a salve”.