Palermo fronte a mare e volta le spalle all’ambiente
L'inchiesta - Con un respiro le particelle inquinanti penetrano negli alveoli dei polmoni procurando danni, anche irreversibili alla salute.
Dopo il fermo obbligato dalla pandemia, sono ripartiti i collegamenti delle rotte commerciali e crocieristiche, con lo scalo portuale di Palermo. Già si preannunciano numeri importanti di attracchi e presenze, con un presunto cospicuo giro d’affari e la certezza di turisti mordi e fuggi, di un inquinamento atmosferico che minaccia la salute dei residenti.
Il nostro giornale accende i riflettori sul traffico navale, il settore meno regolamentato dei trasporti. Ed in particolare quello dei controlli sulle emissioni rilasciate in atmosfera degli ossidi di azoto e dallo Zolfo presente nei carburanti usati. Da uno studio effettuato da Transport & Environment su 203 nave da crociera, complessivamente consumano in un anno, una media di 3.267 chilotonnellate di carburante, emettendo in atmosfera 10.286 chilotonnellate di anidride carbonica (CO2), 155 di ossidi di azoto (NOX), 62 di ossidi di zolfo (SOX) e 10 di particolato (PM). Un dato equivalente a circa 500.000 automobili.
Già in intere l’ambizioso progetto presentato di Palermo Fronte a Mare, che in questo caso specifico volta le spalle all’ambiente. Da una intervista, il presidente Dr. Pasqualino Monti, ha evidenziato che le banchine non sono fornite dell’attacco per la fornitura dell’energia elettrica perché le compagnie navali ritengono antieconomico rispetto al costo del carburante. Continuando così, a tenere costantemente i motori accesi riversando “veleni” nell’atmosfera cittadina.
Queste particelle inquinanti altamente tossiche, penetrano negli alveoli dei polmoni semplicemente con un respiro per raggiungere la circolazione sanguigna, procurando una irritazione di tipo meccanico che si può sommare all’effetto tossico o cancerogeno. Un problema molto grave come sottolineato in una intervista la dott.ssa Raffaella Uccelli, epidemiologa del Laboratorio biosicurezza e stima del rischio dell’ENEA: “L’aria che respiriamo, se porta con se altre sostanze, come metalli pesanti o idrocarburi aromatici, una volta assorbiti dall’organismo, possono essere soggetti a ulteriori trasformazioni chimiche in composti talvolta più tossici e agire in sinergia su specifici organi bersaglio.”
“Le attuali metodiche di imaging – dichiara il Prof. Massimo Midiri, direttore del dipartimento di diagnostica per immagini del Policlinico di Palermo – ci consentono di rilevare alterazioni correlate all’inquinamento ambientale in ambito cardiovascolare, cerebrale, e polmonare. Tra queste le patologie polmonari rivestono un ruolo preponderante. Esse sono causate dall’inalazione prolungata e continuativa di polveri organiche e dalle reazioni tissutali conseguenti. L’uso di metodiche di diagnostica per immagini mediante TC rappresenta un importante mezzo diagnostico per le pneumopatie ambientali consentendo di individuare le alterazioni causate sin dagli stadi più precoci e di seguirne la progressione nel tempo, e può aiutare altri campi delle scienze della salute (informatica avanzata, ingegneria biomedica e genetica) a migliorare le politiche di controllo e monitoraggio delle sostanze chimiche tossiche a cui è esposta la popolazione. Tuttavia, bisogna ricordare che l’imaging mediante TC ha anche alcuni effetti collaterali sulla salute umana correlati all’esposizione alle radiazioni ionizzanti.”
“Per una città come Palermo – dichiara Francesco Scoma, di Italia Viva e segretario della presidenza della Camera dei deputati – che sempre più mostra di voler puntare sul turismo crocieristico, l’inquinamento prodotto dalle diverse attività portuali sta diventando un grande problema. Lo stazionamento in porto non solo delle grandi navi da crociera ma anche degli aliscafi per le isole minori o i traghetti per Napoli, alimentati ancora dall’olio combustibile pesante, obbliga a tenere i generatori costantemente accesi per poter mantenere accesi tutti gli impianti necessari al funzionamento dei servizi di hotellerie e libera fumi altamente tossici che compromettono la qualità dell’aria, l’ambiente e la salute dei cittadini. Per scongiurare problemi alla salute ben più gravi occorre intervenire immediatamente per far si che le navi una volta arrivate in porto, possano spegnere i motori e rifornirsi dell’energia elettrica fornita dall’Autorità portuale. Oggi come non mai abbiamo una importante occasione per mettere al centro del Ricovery plan interventi che rivestono un ruolo importante nella lotta all’inquinamento dei nostri territori e all’adeguamento infrastrutturale del nostro Porto, fondamentale per cogliere un’importante opportunità di innovazione, rafforzamento della filiera industriale della Sicilia.”
“A breve il Consiglio comunale esprimerà parere sul Documento Strategico dell’Autorità di Sistema Portuale – dichiara Milena Gentile, consigliera comunale del PD – e in quella occasione sarà importante modificare la proposta di delibera di approvazione inserendo nella parte dispositiva la prescrizione dell’elettrificazione delle banchine, assente nella bozza di documento strategico trasmessa dall’Autorità Portuale. Si sono già svolte diverse sedute congiunte tra la Seconda e la Terza Commissione consiliare, che si sono trovate concordi nel presentare un emendamento congiunto che prescriva l’elettrificazione delle banchine e un piano di abbattimento drastico dell’inquinamento dell’area portuale, diventato insostenibile. Questa potrebbe essere l’occasione più opportuna per risolvere questo grave problema, se l’Autorità Portuale vorrà seguire le indicazioni del Consiglio, anche in considerazione del fatto che lo stesso documento prevede un aumento esponenziale dei flussi crocieristici nei prossimi anni a Palermo. Un altro aspetto importante che dovrà essere inserito con un emendamento alla delibera riguarda il problema del calo idrico durante i picchi crocieristici. Non è più tollerabile che una parte di città resti senza acqua nei mesi estivi durante il rifornimento delle navi. Va assolutamente creata una condotta alternativa e indipendente da quella che serve l’area portuale, perché l’aumento del turismo deve contribuire a un miglioramento e non a uno scadimento della vita delle persone.”
Sull’argomento è stato impossibile contattare l’assessore all’ambiente e mobilità del Comune di Palermo, Giusto Catania per una replica.