Omicidio giovane a Palermo, Re (MIG): “Deriva criminosa in città da non sottovalutare.
Si punti su alfabizzazione emotiva ed utilizzo del linguaggio a partire dalle famiglie e nelle scuole".
“Quello che sta accadendo a Palermo, ma anche alla nostra nazione, è preoccupante, si ripetono scene da Far West e si assiste ad un fenomeno di deriva criminosa sociale che non può essere assolutamente sottovalutato”. Lo ha detto Natalia Re, Presidente del Movimento italiano per la Gentilezza commentando la notiza dell’omicidio di un giovane durante una probabile rissa a Palermo. “Vi è un forte e stretto legame tra l’ inadeguatezza di un sistema educativo e culturale con questi gravi problemi di ordine pubblico – continua la Re – il cui epilogo, in questo caso per ragioni non ancora acclarate, sfociano addirittura in omicidi. Siamo ad un punto di non ritorno, l’ordine sociale è stato sovvertito da un crescendo di episodi figli del degrado socio-culturale, di violenza generalizzante e di prevaricazione del branco nella realtà e nei news media. Una buona fetta della società attuale, in particolare giovanile, è governata da tutto questo. E non è certamente la repressione che può ripristinare l’ordine ma unicamente l’educazione, che deve partire soprattutto dalle famiglie. Urge una seria riflessione su questi continui fatti di cronaca, di violenza femminicida, di spari accaduti durante la movida serale, di baby gang che accerchiano bullizzando chi è più fragile, di testi musicali che inneggiano alla brutalità della vita.Bisogna partire dall’educazioni alle emozioni, essendo delle forze motrici molto forti che influenzano il modo in cui pensiamo, apprendiamo e interagiamo con gli altri. Riconoscere, comprendere e gestire le emozioni, la rabbia, la delusione, la sconfitta, per preparare i giovani ad affrontare le sfide della vita. Non soltanto educazione emotiva, ma è tutto quel processo legato a valori morali ed etici, che deve essere ripristinato, affinchè il crollo in atto, possa essere recuperato. Come Movimento – conclude Re – siamo pronti a fare la nostra parte, a offrire il nostro contributo al Prefetto e alle istituzioni per sensibilizzare i giovani, a partire anche dalle scuole, per infondere la cultura del rispetto, dell’alfabetizzazione emotiva e della cura nell’ utilizzo del linguaggio, perché le parole pesano”.