Nominata dal Pd membro della commissione pari opportunità della Regione Toscana è «a favore del ritorno del regime talebano».
Si, proprio così. Un’altra storia tutta italiana, anzi mezza italiana, si perchè Lei è di origine somale.
Si tratta di Nura Musse Ali, nata a Mogadiscio nel 1986, avvocato e, come da brevetto PD, promossa quale componente della commissione pari opportunità della Regione Toscana, dal partito dello Ius soli a tutti i costi, ovvero il PD.
Ma la frase che ci ha ammazzato tutti e che desta perplessità sulla “storiella dell’integrazione” è quella riportata da “il Tirreno” e rilanciato da “il giornale” in una intervista alla signora pro telabani che ci lascia a dir poco sbigottiti, se non sconcertati e a molti altri ha alimentato razzismo.
Il Tirreno già dal titolo lasciava immaginare il contenuto dell’intervista:
Nura Musse Ali: «A favore del ritorno del regime talebano»
Ll’articolo che potete leggere integralmente qui apre con: “Pisa, l’avvocata membro della commissione Pari Opportunità: «È una tappa obbligata verso la maturazione di quel Paese» La presa del potere da parte dei fondamentalisti islamici è una tappa obbigatoria per un Paese, l’Afghanistan, ancora alla ricerca di una identitò politica e sociale, in cui, l’occidente non è riuscito a costruire niente di rilevante nella vita della gente comune»… continua poi come riporta il giornale «non condividere il loro modus operandi», ma di ritenere la presa del potere dei fondamentalisti islamici a Kabul «una tappa obbligata della storia, affinché finalmente quel Paese iniziasse il proprio lento cammino verso un’interpretazione evolutiva delle sue leggi e la maturazione del concetto di vita politica e sociale.”
Avete letto bene. Si, ha detto:
“….di ritenere la presa del potere dei fondamentalisti islamici a Kabul «una tappa obbligata della storia, affinché finalmente quel Paese iniziasse il proprio lento cammino verso un’interpretazione evolutiva delle sue leggi e la maturazione del concetto di vita politica e sociale…”
“…un’interpretazione evolutiva delle sue leggi”? Ovvero chiudete in casa le vostre donne, umiliatele rendendole schiave ed esseri inferiori, non fatele studiare e fasciatele dalla testa ai piedi cosi che nessuno li possa guardare?
Se è questa la tappa obbligata per un lento cammino verso una interpretazione evolutiva delle sue leggi (islamismo talebano) dovremmo chiedere alla Signora Nura Musse Ali, esponente pari opportunità del PD, di lasciare ilnostro Paese per andare in Afghanistan quale volontaria pro talebani atta a collaborare con il processo evolutivo di cui blatera.
Sarebbe opportuno ricordare alla signora Nura Musse Ali che 53 italiani hanno dato la vita per quel paese e contro quell’estremismo talebano che Lei in Italia promuove.
Probabilmente la signora Nura Musse Ali, in cerca di pubblicità politica, dimentica o fa finta di dimenticare, che ha potuto godere di una intervista ad quotidiano italiano proprio perchè nel nostro Paese che l’ha ospitata alle donne è permesso di parlare e di essere intervistate, pure quando le interviste sono scandolose come quella sua.