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Lashleinia e le sue parole vuote: il caos nel Regno delle Dissonanze

Il regno si perde tra i discorsi astratti di Lashleinia, mentre il popolo attende risposte concrete.

Capitolo 2: Lashleinia e il linguaggio incomprensibile

11 gennaio 2025 – Benvenuti nel secondo capitolo della parodia politica che vi porta nel cuore del Regno delle Dissonanze. Dopo aver scoperto l’operato di Re Giorgia nel primo capitolo, oggi vi presento uno dei suoi più particolari avversari: Lashleinia, un personaggio enigmatico e simbolo delle contraddizioni della Brigata delle Lamentazioni Rosse.

“Lashleinia e il linguaggio incomprensibile”

Tra i protagonisti del Regno delle Dissonanze, Lashleinia occupava un posto speciale. Era l’erede designata della Brigata delle Lamentazioni Rosse, famosa non per la sua chiarezza, ma per la sua capacità di confondere anche i più colti. Ogni volta che parlava, sembrava sfoggiare un linguaggio che univa filosofia, retorica e pura confusione.

Una volta dichiarò in pubblico: “Dobbiamo implementare una convergenza inclusiva delle identità fluide nella cornice etico-morale della decolonialità.” Anche i suoi alleati la guardarono perplessi, cercando di capire cosa intendesse. Alla fine, applaudirono per non sembrare ignoranti, ma i cittadini, sempre più disorientati, si chiedevano: “Sta parlando latino o con i servizi deviati?”

Lashleinia non era solo un’enigmatica oratrice: era anche una paladina delle cause più stravaganti. La sua lotta per la pro-immigrazione senza limiti e l’imperialismo destrifero era accompagnata da un rigido rifiuto di qualsiasi piano organizzato per il bene del Regno. “Non servono regole,” proclamava. “L’inclusione è totale o non è inclusione!” Ma quando i cittadini le chiedevano come avrebbe gestito la crescente pressione sulle risorse del regno, rispondeva con un sorriso: “La soluzione arriverà da sola.” Ovviamente, non arrivava mai.

La sua posizione sull’emancipazione femminile era altrettanto ambigua. Mentre combatteva con fervore il “patriarcato italiumiano”, rimaneva sorprendentemente in silenzio sulle violenze subite dalle donne straniere nel regno. “Non possiamo giudicare altre culture,” diceva, lasciando molte vittime senza voce e i cittadini senza risposte.

Lashleinia e il discorso della circolarità

Tra i tanti discorsi pronunciati da Lashleinia, ce n’è uno che ha lasciato il popolo particolarmente perplesso. Durante un incontro pubblico, l’oratrice cercò di spiegare la sua visione per il futuro del regno, ma il risultato fu tutt’altro che chiaro. Ecco le sue parole:

“Essendo già stata diciamo approvata quella strada e c’era la procedura in corso in corso. Chiaramente noi non diciamo, non c’è la disponibilità sul se c’è evidentemente da lavorare su come a questo punto, Dopodiché non è un mistero che noi invece in quella mozione congressuale che non entrava, nello specifico della questione Roma, ma in generale diceva ci piace portare. Diciamo insieme ai nostri amministratori il Partito Democratico verso un futuro che Grazie anche alle nuove norme europee sempre di più investe e costruisca dei cicli positivi. Diciamo della circolarità uscendo dal modello lineare e questo è il tema e in questa direzione devo dire puntano tutte le normative europee vanno sostenute le imprese.”

Il popolo, radunato per ascoltarla, si guardava smarrito. Qualcuno tentava di prendere appunti, altri scuotevano la testa. Una cittadina chiese sottovoce: “Qualcuno ha capito di cosa si parla?” Una risposta non arrivò, ma molti finirono per applaudire, forse per paura di sembrare poco colti.

Persino i consiglieri di corte, noti per la loro pazienza, faticavano a seguire il filo del discorso. Alla fine, uno di loro si avvicinò a un collega e sussurrò: “Forse è un codice segreto. O forse ci vuole far riflettere su quanto siamo rimasti indietro rispetto alla sua visione.”

Milano, il palcoscenico perfetto

Nel caos delle sue contraddizioni, Milano, la capitale dell’ideologia sinistra, era il palcoscenico ideale per Lashleinia. Durante un famoso Capodanno, quando molte donne furono vittime di aggressioni nelle piazze, il sindaco della città si limitò a un silenzio imbarazzante. Lashleinia, invece, organizzò una conferenza stampa in cui propose di “riflettere” sull’accaduto. “Riflettere su cosa?” si chiedevano i cittadini. “Non servono riflessioni, servono azioni!”

Per Lashleinia, però, ogni evento era una scusa per un nuovo discorso. “Il patriarcato non è un problema locale, è un problema globale,” disse, ignorando completamente le richieste di soluzioni pratiche. Alla fine, la gente di Milano iniziò a chiamarla “la Signora delle Parole Vuote”, un titolo che riassumeva perfettamente la sua carriera.

La risposta di Re Giorgia

Nel frattempo, Re Giorgia osservava tutto sbigottita, cercando di trattenere un sorriso. “Ma che sta dicendo?” esclamò durante una riunione con i suoi consiglieri. E poi, con il suo solito tono ironico, aggiunse:
“Il problema di Lashleinia è che parla così tanto e in modo così complicato che alla fine nemmeno lei sa cosa sta dicendo. Forse è un talento unico, ma di certo non lo capiamo.”

La battuta si diffuse rapidamente, non solo nel regno, ma anche oltre i confini, diventando un motivo di scherno nei confronti di Lashleinia. Persino alcuni dei suoi sostenitori iniziarono a riconoscere la difficoltà di seguire i suoi discorsi.

La Brigata delle Lamentazioni Rosse, fedele a Lashleinia, tentò di giustificare le sue parole. “La sua complessità è segno di una visione superiore,” disse uno dei membri più anziani della brigata. Ma il popolo, ormai disilluso, non era convinto. “Abbiamo bisogno di soluzioni, non di filosofia astratta,” mormoravano sempre più spesso i cittadini.

Le discussioni continuarono per giorni, e ogni nuova spiegazione sembrava complicare ulteriormente la questione. Alla fine, il popolo iniziò a chiamare il discorso di Lashleinia “Il labirinto delle parole perdute”, un titolo che si adattava perfettamente alla confusione generale.

Re Giorgia, informata dell’eco della sua battuta, commentò:
“Non è colpa mia se la chiarezza non è una priorità per tutti. Ma forse, un giorno, troveremo un traduttore capace di spiegare cosa volesse dire.”

Nonostante gli sforzi della brigata, il consenso verso Lashleinia continuava a calare. Il popolo, stanco di promesse astratte e concetti difficili, iniziava a cercare figure più concrete. Lashleinia, intanto, rimase intrappolata nella sua stessa rete di retorica, incapace di trasformare le sue idee in realtà.


Qual è la vostra interpretazione del personaggio di Lashleinia? E, secondo voi, quale sarà il prossimo passo nel Regno delle Dissonanze?

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