Lamborghini e Battaglia: quando la pubblicità perde l’anima del commercio
La diffida del Comune di Palermo
In un mondo ormai senza confini, dove grazie alla tecnologia del web, tutto il consumismo si muove ad una velocità disarmante, tanto da far divenire passato anche l’immediato presente. Tutto è comunicazione. Tutto è controllato dalla pubblicità, dove i metodi più efficaci condizionano e dettano le leggi del mercato. Tra le migliaia di spot, si distinguono quelle dello shock marketing.
Lo shock marketing è un termine anglosassone nato dalla fusione delle parole inglesi shock (sgomento, perplessità alla rabbia) e marketing (commercializzazione). Una tecnica che usata con estrema sapienza ed intelligenza, sicuramente riesce a fare la differenza. Una tecnica, che paradossalmente a volte fa dimenticare lo stesso prodotto da commerciare. La nascita di questo tipo di pubblicità nasce negli anni ’60 ed uno dei pionieri dello shock marketing è il fotografo Oliviero Toscani, che ancora oggi, in un mondo che brucia tutto e tutti, riesce con la sua straordinaria abilità a far parlare delle sue campagne pubblicitarie attirando importanti investitori.
La caratteristica principale dello shock marketing è quello di porre enfasi sugli aspetti negativi che possono derivare dalla mancata accettazione delle sollecitazioni proposte. Questo tipo di pubblicità ha l’obiettivo di suscitare, in chi la guarda, paura, timore, apprensione che il più delle volte può dare luogo ad ansia. Lo shock marketing “utilizza in modo esplicito messaggi controversi, disturbanti e provocatori che si pongono in contrasto con le prassi sociali” (Anderssonet, 2004)
Per ottenere l’effetto sorpresa di chi guarda, non è cosa semplice, perché bisogna riuscire a focalizzare l’attenzione sul messaggio pubblicitario senza cadere di stile o peggio ancora nella banalità sgradevole di un noir gratuito.
Una fotografa, che forse con una forzatura concettuale, si potrebbe inserire in questa fascia, è la palermitana Letizia Battaglia. Un artista conosciuta in tutto il mondo per i suoi scatti di una Palermo di piombo, che non si risparmiava di morti ammazzati. Nel suo fermo immagine, la realtà dei quei corpi crivellati sulle strade della città, non pubblicizzavano nessun prodotto commerciale. Ma contenevano comunque un messaggio sociale; le grida di quei palermitani che avrebbero voluto ribellarsi. Di donne e uomini, soffocati da una mentalità criminale: quella del sacco di Palermo; quella dei politici collusi con note famiglie mafiose, che nel terrore e nella sottomissione, gestivano fiumi di denaro e silenti spettatori. Da allora Letizia Battaglia, grazie al suo talento e fiuto per il pezzo, è sempre riuscita a promuovere il brand Palermo. I giovani volti, protagonisti nelle sue foto, hanno raccontano storie e memorie.
Qualcosa è andata storta nell’ultima campagna pubblicitaria della Lamborghini, con le foto di Letizia Battaglia, dove poco si vede di panorama e molto lascia intendere l’effimero di una bambina davanti una auto da sei zeri che probabilmente non guiderà mai. Scatti che hanno scatenato: furiose reazioni sui Social; una dichiarazione della casa automobilistica e la presa di distanza del sindaco di Palermo e amico personale della fotografa, Leoluca Orlando che diffida la Lamborghini.
“Una campagna pubblicitaria, che, come scrive lo staff della Lamborghini rientra all’interno del nostro progetto With Italy, for Italy, iniziativa che nasce come atto di amore di Lamborghini per il suo Paese, per sostenerne il rilancio in un momento di grandi sfide come quello attuale.”
“Il Comune di Palermo ha autorizzato una campagna della Lamborghini-dichiara Leoluca Orlando– il cui contenuto era stato presentato come un grande progetto fotografico a finalità culturale e sociale per celebrare le bellezze d’Italia, esaltandone le qualità e l’identità competitiva attraverso le sue 20 regioni… e non aveva ricevuto prima né ha ricevuto dopo alcuna informazione dettagliata sull’effettivo contenuto della campagna, di cui ha appreso solo ieri tramite i social network. Non posso quindi che chiedere alla Lamborghini l’immediata sospensione della campagna, rimuovendo ogni immagine della città di Palermo”.