L’abbraccio della famiglia del Capitano D’aleo al Parlamento della legalità internazionale
Mario D’Aleo aveva 29 anni quando la mafia lo uccise perchè stava minando al suo “cuore”. Un ufficiale dell’Arma dei carabinieri, un uomo entusiasta della vita.
Il Maggiore dei Carabinieri Mario D’aleo ha indirizzato un messaggio di vicinanza e di incoraggiamento a Nicolò Mannino presidente del parlamento della legalità internazionale e al vice Salvatore Sardisco come del resto ha già fatto il generale di brigata Cosimo Basile fratello del capitano Emanuele Basile ucciso dalla mafia 40 anni fa a monreale. Nel 1983 cadde vittima del piombo mafioso anche il Capitano D’aleo.
Ai giovani del Parlamento della legalità con l’augurio di un futuro per il nostro Paese ricco di onestà e giustizia: Solare, determinato ed appassionato alla vita ed al suo lavoro, Mario D’Aleo è stato un uomo straordinario, un eroe. Non lo è stato solo per la sua lotta alla criminalità organizzata, per la sua scelta di servire lo Stato in un momento caldo della storia siciliana e italiana, ma anche e soprattutto perché ha avuto il coraggio di non tradire mai se stesso, la sua indole di guerriero della legalità, di uomo entusiasta e capace di agire fuori dagli schemi, sempre e comunque coerente con le scelte fatte e il rispetto delle regole. Il sorriso contagioso rimasto nel cuore di chi lo ha conosciuto, non lo ha mai abbandonato. Mario D’Aleo è nato a Roma, il 16 febbraio 1954.
E’ cresciuto nella capitale con i genitori, Salvatore e Gabriella, maresciallo dell’Esercito e casalinga, e con i fratelli gemelli Nino e Fausto. Bambino estroverso, amante dello sport, ha trascorso un’infanzia spensierata. Giovane vivace e allegro, si è messo in evidenza per le sue capacità calcistiche, prima nella squadra parrocchiale del Quartiere Appio Latino poi nella Lazio. Nei giovanili della grande squadra, gioca il campionato 1970/1971. Arruolato nell’Arma nel 1973, Mario D’Aleo ha frequentato la Prestigiosa Accademia di Modena, per poi proseguire con la Scuola Ufficiali di Roma.
Arrivato a Monreale nel 1980, subito dopo l’omicidio del collega e predecessore Capitano Emanuele Basile, ha vissuto intensamente l’incarico di Comandante della Compagnia Carabinieri di Monreale, combattendo la criminalità organizzata in uno dei periodi più caldi della storia italiana: la seconda guerra di Mafia. Il 13 giugno 1983, Mario D’Aleo è rimasto vittima di uno spietato agguato mafioso, sotto casa della fidanzata in via Scobar, a Palermo. Nella strage hanno perso la vita anche l’Appuntato Giuseppe Bommarito ed il carabiniere Pietro Morici.