La Sicilia non è stata formata per fare formazione
Le datoriali del settore si rivolgono al Governatore, ma la speranza è fuori dalla porta
La Sicilia non è formata per fare formazione e non è colpa degli Enti.
Anzi quest’ultimi sono vittime di un sistema che di sistema non ha certamente nulla.
Un conflitto paradossale tra chi dovrebbe tirare la “carretta” (Amministrazione Pubblica e Burocrazia) e chi dovrebbe metterla in atto (poveri Enti).
Purtroppo il settore della “Formazione” in Sicilia ha sempre sofferto di tante patologie che con la giusta terapia poteva essere curata, ma ormai questo “male”, che si ripresenta ciclicamente colpendo le agenzie del settore, sta per diventare cronico con conseguenze devastanti.
Ci si chiede peraltro perché nelle altre regioni d’Italia riescono bene e noi no?
I saggi direbbero che “il toro va preso per le corna”.
Ecco, bisogna affrontare questa situazione difficile in modo deciso e diretto. Invitando le persone ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni nell’affrontare un compito che richiede determinazione e coraggio.
Ecco quindi che le sigle più rappresentative del settore della Formazione hanno deciso di scrivere direttamente al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.
Nella sintetica lettera, le Associazioni Datoriali, rappresentative del settore della formazione professionale, hanno scritto al Presidente della Regione Siciliana per sollevare l’emergenza del loro settore. In particolare, hanno espresso preoccupazione per l’enorme quantità di risorse finanziarie a disposizione della regione, tra cui 100 milioni di euro del PNRR a valere del famoso Programma GOL e ben 1,5 miliardi di euro stanziati nella nuova programmazione FSE 2021-2027, che non sono ancora state utilizzate.
Le Associazioni hanno sottolineato la mancanza di guida a seguito delle dimissioni dell’allora Assessore Lagalla, nonché il cambio dei due Dirigenti Generali, che hanno necessitato di una fase di assestamento. Nel frattempo, le agenzie formative siciliane hanno dovuto mantenere aperte le sedi sostenendo costi sulle proprie spalle, mentre i lavoratori degli Enti attendono stipendi arretrati, spesso per rendiconti bloccati dall’Amministrazione Regionale e con lo spettro dei licenziamenti collettivi che diventa sempre più imminente.
La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che i percettori di Naspi non possono ancora frequentare il corso di formazione obbligatorio o accedere ad una misura di accompagnamento al lavoro. Un disoccupato siciliano, giovane o adulto che sia, non può frequentare un corso gratuito.
Le Associazioni hanno chiesto di essere auditi per rappresentare le emergenze in cui sta soffocando il settore e di riflesso migliaia di donne e uomini siciliani. La loro preoccupazione è aggravata dalla notizia dell’impugnativa da parte dello Stato del Bilancio della Regione, che rende ancora più difficile la situazione finanziaria già precaria.
In un momento in cui la formazione professionale è un fattore chiave per il futuro del lavoro e della crescita economica, è fondamentale che i responsabili politici si concentrino su soluzioni e misure concrete per risolvere questa situazione di emergenza. Le Associazioni Datoriali hanno espresso la loro preoccupazione e la necessità di un intervento rapido e deciso per affrontare le difficoltà del settore e garantire l’accesso alla formazione professionale ai siciliani che ne hanno bisogno.
La chiave per aprire la porta del futuro è pianificare e programmare anzitempo, in modo da evitare che la serratura diventi arrugginita e sbarrare noi tutti fuori dalle opportunità.