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La Sicilia ad Assisi: L’olio di San Francesco e il messaggio eterno di fede e umiltà

La Sicilia: un viaggio di fede e riflessione: cosa rimane dell'insegnamento di San Francesco dopo la solenne offerta dell'olio sacro?

San Francesco e l’olio di Sicilia: un legame che attraversa il tempo e le coscienze

Nei giorni scorsi, Assisi è stata nuovamente teatro di uno degli eventi più profondi e simbolici del nostro Paese: la celebrazione di San Francesco, patrono d’Italia. Ogni anno, una diversa regione d’Italia ha l’onore di portare l’olio sacro destinato ad alimentare la lampada votiva che arde perennemente presso la tomba del Santo. Quest’anno è toccato alla Sicilia compiere questo onore, un privilegio che ricorre ogni ventuno anni.

La nostra isola ha partecipato con grande solennità, offrendo non solo l’olio sacro, ma anche la presenza dei suoi uomini, delle sue istituzioni, dei suoi sindaci e, certamente, dell’intera Chiesa siciliana. Una folta delegazione di cardinali, vescovi e parroci ha rappresentato la fede della nostra terra, accanto alle massime autorità civili. È stata una partecipazione corale e vibrante, un atto di unità che ha visto insieme laici e rappresentanti del clero, uniti sotto il segno della devozione e dell’insegnamento di San Francesco.

Questo evento annuale rappresenta un momento di grande solennità, in cui la comunità cristiana si stringe intorno al messaggio universale di pace e fratellanza del Santo di Assisi. E San Francesco, sebbene siano passati quasi 800 anni dalla comparsa delle stigmate (morì nel 1226), continua a guidare tutte le anime di questa terra con la stessa forza e determinazione che il suo nome stesso evoca: “Francesco”, che significa libero e determinato. Il significato profondo del suo nome riflette la sua vita straordinaria: un uomo che, libero dai vincoli materiali, scelse un cammino di povertà e amore per gli altri, determinato a costruire un mondo più giusto e pacifico.

Anche oggi, San Francesco riesce, sebbene attraverso i secoli, a ispirare la nostra società, richiamando le coscienze a riflettere sui valori autentici della vita. La partecipazione della Sicilia a questo evento non è stata solo un atto formale di devozione, ma un segno concreto di un impegno profondo. Ogni goccia di quell’olio, offerta dalla nostra terra, rappresenta la generosità e l’impegno della Sicilia nel mantenere viva la luce della fede.

Ma, a evento concluso, rimane un quesito: quanto di questo viaggio verso San Francesco è rimasto davvero nei nostri cuori? Tornati a casa, dopo aver partecipato con emozione a questa celebrazione, cosa rimane davvero di San Francesco, di quell’umiltà, di quella libertà e di quella determinazione a sconfiggere la materialità attraverso segni tangibili e la volontà di fare del bene? Il rischio è che la sacralità di questo gesto, il dono dell’olio, rimanga confinata a un solo momento di solennità.

Il prossimo appuntamento con la lampada votiva toccherà nuovamente alla Sicilia fra ventuno anni. Fino ad allora, sarà nostro dovere mantenere viva quella luce, non solo attraverso le nostre azioni quotidiane, ma anche ricordando che il messaggio di pace e amore di San Francesco è più attuale che mai. Tornati a casa, l’auspicio è che la fiammella accesa ad Assisi continui a bruciare nei nostri cuori, guidandoci verso gesti quotidiani di umiltà, generosità e servizio verso gli altri, proprio come ci ha insegnato San Francesco.

San Francesco, con la sua libertà e determinazione, ci guida ancora oggi. E anche se solo per pochi giorni l’anno torniamo al suo cammino, il suo esempio resta una bussola morale che ci invita a vivere con spirito di fraternità e amore universale. Che la luce dell’olio sacro, donato dalla Sicilia quest’anno, possa continuare a illuminare il nostro cammino per molto tempo ancora.

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