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La Candelora, tra mito e storia contro calamità e tempeste.

CURIOSITA' -Il 2 febbraio era la fine delle festività natalizie. Segnava il tempo di disfare il Presepe, tutti gli addobbi e l'albero di Natale.

La Candelora, tra mito e storia contro calamità e tempeste.

CURIOSITA’ -Il 2 febbraio era la fine delle festività natalizie. Segnava il tempo di disfare il Presepe, tutti gli addobbi e l’albero di Natale.

Cosa, hanno in comune, un’antica tradizione pagana che ricorda “Imbolc” e la “Candelora” cristiana? Oppure Santa Brigida e la secolare Groundhog Day ?

Forse, sembrerebbe sorprendente sapere che non condividono solamente un giorno del calendario: il 2 febbraio, ma così, come in tante altre circostante cristiane, le credenze arcaiche e le tradizioni iniziatiche dei nostri antenati pagani, influenzarono molto spesso le scelte cristiane, con vere e proprie azioni di “marketing strategico”, per non creare drastiche fratture tra i popoli che venivano evangelizzati e le loro antiche abitudini precristiane.

Il rito cristiano, della celebrazione della Candelora, inizia nel 496 e fu voluto da Papa Gelasio per rendere omaggio a Gesù Cristo: luce della gloria di Dio.

Inoltre, la festa detta anche della Purificazione di Maria che come tutte le donne che partorivano un maschio, dovette attendere quaranta giorni, prima di recarsi al Tempio, per purificarsi e presentare il piccolo Gesù a Simeone che consacrò il bambinello: “luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.

Questo periodo di “attesa”, molto spesso, ancora oggi viene osservato dai neo genitori, per pianificare il battesimo di un bambino, scegliendo una data, successiva al quarantesimo giorno dalla nascita.

Il 2 Febbraio è anche la festa di Santa Brigida, che in Irlanda è il prosegui delle celebrazioni celtiche della dea Brighid. Dove si realizzavano le tradizionali “croci” formate da un particolare intreccio della paglia. Anche nella mitologia degli antichi romani troviamo nei primi di febbraio, la celebrazione di Giunone purificata e Giunone salvatrice. Per la purificazione della città, le donne giravano per le strade portando fiaccole accese. Così come nell’antico Egitto, per spiegare la scomparsa e ricomparsa del Sole e delle Stelle, si raccontava di come la dea NUT ingoiasse il Dio del Sole, al tramonto, per partorirlo all’alba, ed allo stesso modo divorava e partoriva le stelle della notte, in un ciclo continuo di morte e nascita, che ne ha fatto, oltre che la Dea del cielo, anche un simbolo di resurrezione.

Con la, conversione dei pagani, la festa dedicata ala dea Brigida, diventata il giorno della Purificazione della Beata Vergine Maria e la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. I pagani, che veneravano il divino femminile erano così soddisfatti. Inoltre, Gesù: ” luce per illuminare le genti” rimaneva più semplice nel mantenere nei loro ricordi, il rito del fuco e dell’inverno pagano. Trasferendo così, il potere della luce, dalla divinità pagana femminile, a quella cristiana maschile.

Brigida, nelle credenze pagane, era stata portatrice della primavera e di aumentare la luce del giorno, ed era celebrata con fuochi e candele. La Candelora cristiana, mantiene lo stesso tema, con la purificazione di Maria che veste un ruolo secondario al figlio, portatore di luce.

Le candele, nel tempo, diventeranno, non sono solo simboli di luce, ma lo strumento che fornisce la luce, ecco perché i sacerdoti in questa data le benedicono per essere, successivamente usate, in tutte le funzioni liturgiche.

Gli anziani, ricordano il giorno della Candelora come una sorta di presagio, una anticipazione, di come sarà clima, sarà durante l’anno. Raccontavano che, più il maltempo e il cielo nuvoloso caratterizzeranno la giornata del 2 febbraio, più le previsioni sarebbero state più favorevoli per un inizio estate, molto soleggiata e ricca di raccolti. Se invece però, il sole splendeva nella maggior parte della giornata della Candelora, allora ci sarebbero stati almeno 40 giorni in più di freddo e neve.

Ma le curiosità del giorno della Candelora, non mancano nel folklore popolare, come ad esempio i polacchi, che ricordano come la Madre di Dio (Matka Boska Gromniczna), armata di una sola candela, sia apparsa nelle notti invernali, per allontanare i lupi affamati, che assediavano i villaggi dei contadini. Che ancora oggi, in quelle notti usano accendere una candela, che con una preghiera, dedicano alla Madonna, per scongiurare gli attacchi famelici dei lupi e proteggere anche i contadini da ogni male.

Stessa sorte, nel nord America, viene attribuita alle marmotte, che se escono dalla loro tana, e si ritrovano a guardare la loro ombra, allora sarà un anno molto rigido.

Molto meno concettuale ed esoterico, della tradizione popolare della giornata Candelora in Francia, che durante la Chandeleur, si sbizzarriscono nel preparare le crêpes in tutti i modi “commestibili”…

Ludovico Gippetto

Presentazione di Teresa Di Fresco Se sia un poeta, non so e non posso affermarlo ma che sia un sognatore, sì. Lo dimostrano le imprese in cui, con spirito avventuroso, si tuffa incurante di qualsivoglia difficoltà e che, avendo dato tutto se stesso e coinvolgendo amici e conoscenti, riesce a portare a termine. E con successo. Ludovico Gippetto, insomma, a volte veste i panni di Don Chisciotte per affrontare ora fantomatici mulini a vento che assumono di volta in volta le sembianze di opere d'arte trafugate, ora della maieutica di platoniana memoria. Queste divagazioni aprono uno scenario su un personaggio, Ludovico Gippetto appunto che, nella città di Palermo, in molti conoscono e insieme a lui i suoi progetti, i suoi successi ma anche le sue aspettative. Raccontiamolo meglio: Studia Architettura, dopo avere conseguito l'abilitazione alla professione, preferisce dedicarsi alla creazione e realizzazione di eventi culturali. Non disdegna la ricerca, anzi la “caccia” - come lui preferisce definirla – di opere d'arte trafugate in Sicilia. Per questa attività lavora in collaborazione con il Comando dell’Arma dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma organizzando convegni internazionali su temi della sicurezza, trafugamenti di opere d’arte e loro illecita commercializzazione. A questo scopo fonda - e ne è presidente – il Centro Internazionale Multimediale d’Arte Contemporanea Extroart e la Fondazione Wanted Palermo. E' inoltre ideatore e responsabile del programma di tutela e prevenzione del patrimonio culturale denominato “WANTED …presi per il verso giusto”, finalizzato appunto al contrasto della commercializzazione illecita di opere d’arte ed è protagonista di importanti ritrovamenti e restituzioni di opere trafugate nel territorio nazionale. È anche giornalista pubblicista ed autore di numerose pubblicazioni e monografie d’arte. E' stato Assistente alla Cattedra di Storia e Tecnica dell’Editoria, presso l’Istituto Superiore di Giornalismo dell’Università di Palermo dal 1994 al 1997; Cerimoniere del Dipartimento cerimoniale del G.C.T.O. in occasione della Universiade Sicilia ‘97; Consulente del Sindaco di Corleone per la riqualificazione del patrimonio culturale, storico e artistico per il 2007 e il 2008; ha curato e prodotto, nel 1995, la monumentale opera scultorea in pietra arenaria siciliana, dell’artista Medhat Shafik dal titolo “Il Muro del Silenzio” ed “I percorsi dell’acqua”, in occasione della XLVI^ Biennale di Venezia – Padiglione Egitto premiato con il “Leone D’Oro”; Collaboratore parlamentare del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, per le attività culturali dal 1998 al 2001. Da oltre tre lustri ha creato, insieme a Tommaso Romano, la “Rassegna Internazionale del Melologo ExtroVersi che quest'anno – con il tema “La parola che unisce” ha raggiunto il traguardo della quindicesima edizione. Ma un'ulteriore avventura lo attende: la manifestazione che nelle precedenti edizioni è stata ospitata in sedi prestigiose ed istituzionali, ottemperando alle disposizioni impartite dai decreti ministeriali e regionali, in merito alle misure di contenimento dell’emergenza per il COVID19, non uscirà da casa ma calcherà il palco virtuale della piattaforma Facebook. Tra poeti, musicisti e attori, professionisti e semplici “amici della porta accanto”, come Gippetto li chiama, saranno più di 100 i partecipanti che condivideranno con lui quest'altra, straordinaria avventura. Ma poiché il suo spirito filantropico non si esaurisce mai, ogni “puntata” di questa straordinaria e innovativa avventura, sarà dedicata a coloro che in questo brutto momento segnato dal Covid19, si stanno prodigando senza se e senza ma per aiutare tutti coloro che necessitano di assistenza, cure e ...di una parola che scalda il cuore. Insomma, se possiamo prendere a prestito “I have a dream” (Io ho un sogno), frase che il 28 agosto 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, Martin Luther King pronunciava, con altri intenti e aspirazioni di altra natura, possiamo affermare che non ci stupiamo se Ludovico Gippetto ci riserverà altre sorprese perché, come ho già detto, lui è un sognatore.

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