Lo “scrigno” di Sigonella
La Naval Air Station (NAS) di Sigonella, in Sicilia, è la più attrezzata base di intervento americana del Mediterraneo ed è un importante asset della NATO per l’Alliance Ground Suriveillance (AGS), il nuovo, supertecnologico sistema di sorveglianza che a fine 2020 ha dotato la base siciliana del 5° ed ultimo Global Hawk. Come uno scrigno, custodisce negli hangar gli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) modello RQ-4B Block-40, realizzati dalla Northrop Grumman e progettati per raccogliere, 24h su 24, giorno e notte, per mezzo di trasponder terrestri e satellitari con qualsiasi condi-meteo anche in presenza di tempeste di sabbia, immagini in tempo reale sia essi in volo che in mare o a terra.
Sigonella è una delle installazioni storiche che caratterizzano la presenza militare americana in Italia ed è la più attrezzata base di intervento americana del Mediterraneo. Originariamente, alla fine degli Anni ’50, fu istituita per decongestionare le infrastrutture di Malta della Marina Americana e divenne sede di un’unità equipaggiata con velivoli antisommergibili. Nel corso degli anni, Sigonella è diventata il più importante polo logistico per le attività di supporto alla Sesta Flotta della Marina Militare Americana schierata nel Mediterraneo, ospitando depositi, un aeroporto, un ospedale e un numeroso contingente di genieri costruttori della Marina Americana noti con la denominazione di “Sea-Bees”. Nel 1980 l’installazione ha ricevuto, per la parte americana, la sua attuale denominazione di Naval Air Station – Stazione Aeronavale (NAS) Sigonella e, nel 1985, ha raggiunto la ribalta nazionale per quella che è stata ribattezzata dalla stampa “Crisi di Sigonella”.
Nella notte tra giovedì 10 e venerdì 11 ottobre Carabinieri e militari della Vigilanza Aeronautica Militare Italiana, su ordine del Governo italiano, si sono rifiutati di consegnare alle forze armate statunitensi un gruppo di terroristi palestinesi capeggiato da Abu Abbas (responsabile del sequestro della nave Achille Lauro e dell’uccisione del cittadino americano Leon Klinghoffer) e costretto ad atterrare a Sigonella dopo che l’aereo di linea su cui viaggiavano era stato lì dirottato da caccia della Marina Americana. A seguito della fine della Guerra Fredda, e del conseguente mutamento delle esigenze operative, la parte americana di Sigonella ha perso la caratteristica di base dedicata esclusivamente al supporto di unità della Marina Americana, per trasformarsi in un’installazione destinata al più generale sostegno delle operazioni delle diverse forze armate statunitensi nel Mediterraneo.
Oltre ad aerei da trasporto, da rifornimento e aerei-spia, ospita anche uno squadrone di elicotteri pesanti, che assicura il sostegno alle operazioni militari americane in Europa, Africa e Medio Oriente e garantisce il ponte aereo con le portaerei nel Mediterraneo e nel Mar Rosso. Per la sua posizione strategica, la base è uno dei punti di sosta più frequentemente utilizzati dall’aviazione americana nella rotta tra gli Usa e il Sud-Ovest dell’Asia-Oceano Indiano. La base utilizzata anche per operazioni della NATO, in realtà composta da due siti: NAS 1, che è in territorio di Motta S.Anastasia e ospita uffici e residenze, e NAS 2, in territorio di Lentini, che è la base operativa con l’aeroporto, quest’ultimo gestito “in condominio” con il 41° Stormo AntiSom e dell’11° Reparto Manutenzione Velivoli dell’Aeronautica Militare Italiana.
Vi sono tra i 4 mila e i 5 mila uomini della Marina Usa, con numeri che oscillano a secondo delle crisi politiche e militari nell’area del Mediterraneo e Medio orientale, rispetto alle quali Sigonella ha un ruolo cruciale. Sigonella è stata la base di appoggio per gli Usa durante la guerra del Golfo con l’Iraq di Saddam Hussein nel febbraio del ’91. Nel marzo 2016, la base ha ospitato anche F-16 danesi e aerei di altri Paesi alleati nell’operazione “Odissey Dawn”, fornendo supporto alle forze internazionali impegnate in quella crisi libica. Dal 2018 a Sigonella, inoltre, è attivo il punto nevralgico a livello mondiale per il comando e il controllo dei velivoli senza pilota, l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility per le telecomunicazioni via satellite con tutti gli aeromobili a pilotaggio remoto che le varie agenzie di spionaggio americane e il Pentagono disseminano in ogni angolo della Terra.
La NATO prevede di utilizzare Sigonella quale Main Operating Base (principale base operativa) con un contingente multinazionale di oltre 800 unità. Il gruppo legato al comando Africom si chiama “Special Purpose Air Ground Task Force Crises Response”, ed è di stanza nella base siciliana ufficialmente per rafforzare il livello di protezione nelle ambasciate Usa in Nord Africa. Con il dispiegamento dei 5 Global Hawk, Sigonella rafforza il proprio ruolo di capitale mondiale degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) da guerra. In questi giorni è impegnata nell’operazione “Allies Refuge”, il piano del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per l’evacuazione sicura di cittadini statunitensi, dei richiedenti visto di immigrazione speciale e di altri afghani a rischio, nel modo più rapido e sicuro possibile.
Fabio Gigante