La vita inedita di una donna: Maria E. Fuxa nel saggio di Maria Teresa Lentini
Intervista a Maria Teresa Lentini
La vita inedita di una donna: Maria E. Fuxa nel saggio di Maria Teresa Lentini
Palermo, 26 settembre 2022 – Un incontro per caso, un sorriso, un atto gentile, ha permesso una conoscenza che da subito è diventata stima e simpatia. Lei è scrittrice e potessa. All’istante, si è instaurato un rapporto di fiducia e di stima reciproca, a cui ha fatto seguito un ulteriore appuntamento, volto a presentare una delle sue opere editoriali, dove appunto oggi dedico un’intervista.
Lei come in premessa, si chiama Maria Teresa Lentini, ha pubblicato tre raccolte di poesie: la prima, “Il cuore antico delle cose”; la seconda, “Tutte le parole che ho nel cuore”; la terza raccolta, “Parole d’Acqua”, divisa in due sezioni tematiche: Physikè (sulla Natura) e Metaphysike’ (oltre la Natura). Quando leggo sul libro consegnatomi la postfazione di Roberto Tripodi, mi rendo immediatamente conto che da questo scritto emerge una donna sensibile, che avverte altre sensibilità e decide di raccontarle in un saggio biografico e storico “La voce della Crisalide, sulla vita della poetessa Maria E. Fuxa ed altre cronache”, edito da Mohicani nel 2019, dove appunto percorre la vita eccezionale e tragica di una donna che visse, confinata per oltre cinquant’anni, presso l’ospedale psichiatrico “Pietro Pisani” di Palermo.
Da dove prende spunto e cosa innesca il meccanismo per iniziare a scrivere un buon saggio?
Lo spunto nel mio caso, è nato per “sete di conoscenza” e riguarda la vita inedita di una donna, una poeta, vissuta per quasi sessanta anni in un manicomio. Ciò che ha mosso la mia penna è stato principalmente il cuore per riscattare la figura di Maria e far conoscere la sua “preziosa e salvifica” poesia il più possibile. Ho fatto molta ricerca in ogni campo che si collegasse alla figura principale: Maria Ermegilda Fuxa, protagonista e filo conduttore del saggio stesso.
Ecco in una foto, Maria Ermegilda Fuxa, in un momento fuori dall’ospedale psichiatrico, per partecipare alla premiazione ad un concorso di poesia a cui aveva partecipato
Nel suo libro esprime non soltanto ammirazione per l’anima sensibile e sofferente della poetessa Maria E. Fuxa, ma anche un amore profondo per la Sicilia. Quali sono le ragioni di tale apprezzamento?
Ciò che mi lega alla Sicilia è un profondo senso di appartenenza, anche lontano dalla terra dove sono nata e cresciuta, mi sento “Isola” e sento un richiamo intenso e un sentimento di comunione con gli animi forti, sensibili e indomiti di altri siciliani che, come me hanno il desiderio di guardare alla Sicilia con occhi nuovi.
Nel suo saggio scrive che il “benessere” non ha standard e non è uno stato che si raggiunge, una volta per tutte e non è lo stesso per tutti. Ci spieghi meglio il significato di quest’espressione.
Il benessere, come la felicità del resto, non è un luogo né uno stadio della vita che si possa raggiungere per diritto acquisito, diciamo così, è bensì uno “stato” dell’anima e del corpo insieme; uno stato “vulnerabile” di equilibrio dinamico dal punto di vista biologico, psichico e sociale. Il benessere è omeostasi ovvero la capacità soggettiva degli esseri viventi di mantenere un equilibrio interno nonostante gli stimoli variabili delle condizioni esterne. Ciò che mi fa star bene me non può non essere efficace ad un altro e viceversa.
Comunicazione, perché è così importante?
Se per comunicazione intendiamo il “parlarsi” fra persone, ecco: io ritengo che sia di vitale importanza. Le parole con cui comunichiamo hanno un peso ed un valore pari al sentimento stesso con cui le esprimiamo. Si dovrebbe imparare a dialogare nel giusto rispetto del nostro interlocutore e fa onore all’etimologia stessa della parola.
Secondo lei i giovani che valore danno alla poesia tradizionale?
Sinceramente credo che i giovani non diano il giusto peso e valore alla poesia tradizionale sempre che, per poesia tradizionale, s’intenda la poesia classica dei grandi poeti del passato, poeti del calibro del Leopardi, del Tasso, del Pascoli… Credo che in gran parte dipenda dal modo di ricezione della poesia che fino a non molto tempo fa era legato alla mera conoscenza menemonica, meccanica e ripetitiva, dei testi proposti, principalmente dalla scuola.
Ecco alcuni momenti dell’attività di Maria Teresa Lentini, insieme ai giovani, , nel Museo di Frank Sinatra
A suo avviso allora quali strumenti potrebbero essere adottati, per far sì che le nuove generazioni si avvicinino ad essa?
Un modo efficace per interiorizzare la poesia, di qualsiasi tempo e genere, è, secondo me, la drammatizzazione del testo poetico ovvero la rappresentazione scenica dove corpo e voce sono protagonisti nella simulazione dei ruoli e dei fatti contenuti nei testi e contesti poetici.
Ringrazio l’autrice Maria Teresa Lentini per la sua disponibilità e la sincerità nel raccontarsi e nello svelarci i particolari del suo ultimo libro.