Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, RE (Mig): “La prevenzione comincia nelle scuole, insegnando l’autocontrollo nella gestione delle emozioni”
“Sempre pronti in prima linea per aiutare le vittime di violenza e per il recupero dei responsabili dei reati”
“Il Mig e’ impegnato in prima linea nella prevenzione di episodi di violenza di genere partendo dalla consapevolezza che questa possa avvenire soprattutto a partire dalla famiglia e dalla scuola, dove si formano i ragazzi e dove è essenziale soprattutto
insegnare l’autocontrollo, quello che ci permette di riflettere prima di agire”. Lo ha detto Natalia Re, presidente del Movimento italiano per la gentilezza, intervenendo al convegno dal titolo “Oltre il silenzio…storie di Donne resilienti”, che si è svolto al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo.
“Bisogna intervenire -continua la Re- su una sub-cultura, che si è ormai radicata nella nostra società, e che spesso si allinea con un mercato premiante. In Italia la situazione sta rapidamente peggiorando: il report sulla “Criminalità minorile e gang giovanili” del Dipartimento pubblica sicurezza e Direzione centrale della polizia criminale ha evidenziato un aumento del 2% delle lesioni dolose, provocate da under 17 fra il 2022 e il 2023 e non possiamo escludere che questo incremento del 2% non vada proprio a danneggiare le donne. Il MIG si approccia alle violenze prendendo per mano le vittime e non lasciando indietro i colpevoli. Il nostro compito è quello di osservare questa ignobile deriva da un punto di vista psicosociale, proponendo la gentilezza come antidoto alla violenza. E per far questo abbiamo lanciato una serie di iniziative che coinvolgono proprio le scuole e stiamo intervenendo anche nell’ambito del circuito penale, coinvolgendo i ragazzi detenuti perché solo così e’ possibile arrivare un processo educativo che permetta di acquisire destrezza nella gestione degli stati emotivi, di ridurre le emozioni negative e di aumentare quelle positive, attraverso un’adeguata educazione emotiva. Lavorando alla gestione dei conflitti, alla mitigazione della frustrazione ed alla restituzione in termini di bisogno individuale di riconoscimento e gratificazione -conclude – perché solo così si possono introdurre elementi preventivi di reati di genere”.