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Emergenza Rifiuti a Palermo: Gelarda attacca Orlando

Gelarda (Lega) Emergenza Rifiuti a Palermo: Fallimento politica Orlando, ma in prospettiva necessari i termovalorizzatori

 

“L’emergenza rifiuti a Palermo ha assunto oggi toni preoccupanti. Non è la prima volta che Palermo si riduce ad una discarica, grazie al fatto che l’amministrazione Orlando non ha mai programmato nulla o lo ha fatto male in questo ambito- a dichiararlo è il capogruppo della Lega a Palermo Igor Gelarda. La soluzione di inviare rifiuti fuori dall’isola appare l’unica percorribile in questo momento d’emergenza, ma oltre a rappresentare un fallimento avrà pure un costo elevatissimo. Non è possibile che la differenziata in città sia ancora a valori inferiori al 20%, ed è evidente che questo sistema di porta a porta, così come è congegnato, non funziona.

Mille tonnellate di rifiuti ogni giorno prodotte a Palermo hanno bisogno di una organizzazione diversa. Mentre è innegabile che siano necessari, da parte della Regione, tempi certi e veloci, per la realizzazione delle settima vasca.  Ma la vera soluzione per Palermo, e credo che il ragionamento valga per tutta l’isola, è l’uso dei termovalorizzatori associato ad un incremento importante della percentuale delle differenziata-prosegue Igor Gelarda. In Lombardia e Piemonte, proprio grazie ad una forte politica di riciclo ed ai  termovalorizzatori, in discarica vanno meno del 20% dei rifiuti e tutto il resto viene trasformato in energia. Il termovalorizzatore di Bolzano tratta, ogni anno, più di un terzo dell’equivalente della spazzatura prodotta a Palermo.

Quello di Gerbini a Torino genera, in un anno, energia termica in grado di scaldare 17.000 appartamenti e fornisce elettricità a 185.000 famiglie, con un risparmio di 80 mila tonnellate di petrolio, con ovvie ricadute positive per l’ambiente.  Senza contare che i livelli di inquinamento dei termovalorizzatori di nuova generazione sono minimi.   E’ assolutamente necessario che il Governo Nazionale abbrevi i tempi di per le autorizzazione che, solo in Italia tra i Paesi dell’Unione Europea, arrivano necessitano fino a 6 anni, conclude Gelarda”

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