(F. Gigante) Con i “Guastatori” di ordigni al porto di Palermo
Nella primavera del’43, qualche mese prima dello sbarco in Sicilia (nome in codice Operazione Husky), la città di Palermo e in particolare il porto vengono interessati da pesantissimi bombardamenti di precisione da parte dei bombardieri B 17 Flying Fortress e B 24 Liberator dell’USAAF (United States Army Air Forces) e Avro Lancaster e Short Stirling della RAF (Royal Air Force). Secondo i dati ufficiali delle forze Alleate furono sganciate sull’Italia circa un milione di bombe, per un totale di oltre 350 mila tonnellate di esplosivo. Molte di queste, inesplose, negli anni a seguire sono state scoperte casualmente in luoghi strategici dell’Italia.
Infatti, sono trascorsi più di 70 anni per dissotterrare dal “letargo”, il 13 settembre al porto di Palermo, una bomba M32, di fabbricazione americana, rimasta nascosta nella fitta vegetazione che negli anni aveva ricopertoil fortino abbandonato e adesso demolito per i lavori dell’anello ferroviario. Il disinnesco è avvenuto, dopo aver evacuato circa 6000 residenti nella zona, ad opera degli specialisti del 4° Reggimento Genio Guastatori della Brigata meccanizzata Aosta di stanza a Palermo, presso la caserma Ciro Scianna. I reparti Genio in seguito alle esperienze perfezionate nelle missioni internazionali ed all’elevata connotazione “dual-use”, cioè la capacità di cooperare con le autorità civili a favore della popolazione e quella operativa espressa nei teatri operativi, operano a favore della comunità nazionale sia in caso di calamità, sia per la bonifica dei residuati bellici sul territorio italiano.
L’Esercito Italiano è l’unica Forza Armata preposta alla formazione degli artificieri di tutte le altre Forze Armate, Forze di Polizia e Corpi Armati dello Stato. I “Guastatori”, chiamati comunemente artificieri, possiedono una particolare specializzazione EOD, Explosive Ordnance Disposal, (specialisti nella bonifica degli ordigni esplosivi) e costituiscono un asset importante sia in Italia sia in ambito NATO, in quanto provvedono alla bonifica di ordigni esplosivi, convenzionali e improvvisati nel nostro Paese e all’estero. Hanno una grande responsabilità, in quanto decidono le modalità tecniche con cui intervenire sull’ordigno, ne stabiliscono le distanze di sicurezza e la tempistica dell’intervento.
“La M 32, – ci riferisce il Luogotenente Giuseppe Carini, EOD del 4° Reggimento Genio Guastatori – aveva un peso di 600 libbre, circa 280 kg di cui 118 kg di HE, High Explosive (esplosivo ad alto potenziale), ed una lunghezza di 1,20 m. con l’involucro spesso circa 1,20 cm. L’ordigno aveva un doppio sistema di attivazione: una spoletta di naso ad impatto ed una spoletta di coda a ritardo pirico, con una miccia pre-accesa durante l’impatto, ma fortunatamente entrambe non hanno funzionato il giorno dello sgancio”.
Le M32 vennero realizzate per distruggere i bunker come quello in cui è stata trovata. Sono delle vecchie SIZE (misure); durante il conflitto gli statunitensi le ridussero in 250 e 500 libbre, prima del ’43 la pezzatura era di 300, 600 e 1.100 libbre. Si distinguono oltre che per il peso anche per la forma del fondello. Quelle da 500 libbre, avevano un’avvitatura interna rispetto a quelle realizzate prima del ’43 con un’avvitatura esterna. “In caso di detonazione accidentale, in superficie in campo aperto, – ci riferisce il Luogotenente Giuseppe Carini, – secondo parametri calcolati in base alla proiezione dei frammenti (FD – Fragmentation Distance): la distanza di sicurezza riferita al piano di espansione orizzontale è stata di 1,850 metri (Maximum Fragmentation Distance – Horizontal)”.
Grazie alla struttura realizzata dai “Guastatori” in collaborazione con i tecnici del Comune di Palermo sono riusciti a ridurre il raggio di sgombero a 400 m in maniera tale da evacuare meno gente possibile. Sono stati emessi dei divieti: un’ordinanza da parte della Capitaneria di Porto per il divieto alla navigazione nello specchio d’acqua antistante il disinnesco ed un Notam, (Notice To Airmen) un avviso contenete informazioni sulla NFZ, No Fly Zone.
Al disinnesco sono stati impegnanti dodici tra Ufficiali e Sottufficiali, di questi quattro erano operatori EOD, ed un tecnico elettronico per l’utilizzo del robot 510 dotato di cannone SWORDFISH (pesce spada), utilizzato nei principali teatri operativi (Iraq, Afghanistan, Libano, Libia), in grado di “sparare” con una pressione di 300 bar un potente getto d’acqua e sabbia, necessario per tagliare il naso della spoletta. La parte tagliata è stata ispezionata e fatta brillare all’interno della “casamatta” con una piccola esplosione. Una volta neutralizzata gli EOD sono intervenuti sulla parte posteriore inibendone l’attivazione tramite una speciale schiuma polierutanica che l’ha resa inattiva.
Da qui è stata prelevata e posizionata a bordo di un mezzo dell’Esercito per essere trasportata in sicurezza presso la cava di Pian dell’AIA, a Torretta, in provincia di Palermo, dove è stata realizzata una camera di espansione e nella quale è stata fatta brillare contenendo sempre quelli che sono gli effetti di una grande esplosione. Per neutralizzarla i “Guastatori” hanno impiegato circa 4 ore.
Il centro di coordinamento, per le attività propedeutiche al disinnesco ed alla pianificazione della neutralizzazione dell’ordigno bellico, si è tenuto presso Villa Whitaker, sede della Prefettura. Per il Genio Guastatori non si è trattato di un’operazione di routine. “Abbiamo la consapevolezza – dichiara il Luogotenente, Giuseppe Carini – di un enorme bagaglio di esperienza in vari teatri in cui il Reggimento è stato chiamato ad operare che ci porta ad una positività della situazione di emergenza. E comunque è assolutamente un lavoro di squadra”. Da gennaio ad oggi il 4° Reggimento Genio Guastatori della Brigata Aosta ha disinnescato 1.510 bombe.
Foto pubblicate per gentile concessione del 4° Reggimento Genio Guastatori della Brigata Aosta