Esteri: i bombardieri strategici B-1B americani in missione di combattimento intercontinentale su Iraq e Siria
In queste ore molta attenzione è stata posta sulla nuova ritorsione americana che ha colpito la notte scorsa diversi obiettivi in Iraq e Siria. Il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, ha confermato l’azione dell’esercito Usa impegnato in una missione nel Mar Rosso insieme alla Gran Bretagna. Agli attacchi hanno partecipato un numero imprecisato (anche se di parla di quattro) di bombardieri a lungo raggio B-1B Lancer dell’aeronautica militare americana con una missione di combattimento intercontinentale decollando direttamente dalla loro base aerea di Dyess in Texas per colpire 85 obiettivi in Iraq e Siria. I velivoli quadrireattori supersonici, supportati dai tanker per il rifornimento in volo, hanno completato, così, un volo intercontinentale non-stop USA – obiettivi – USA convalidando la capacità dell’aeronautica militare degli Stati Uniti di portare attacchi di precisione a lungo raggio sempre e ovunque. Gli equipaggi dei B-1 di Ellsworth e Dyess conducono abitualmente missioni CONUS-to-CONUS di lunga durata come parte delle missioni strategiche della Bomber Task Force intraprese dall’US Air Force Global Strike Command in tutto il mondo. Da giorni aerei da rifornimento “stratotanker” erano stati inviati nell’area mediorientale dopo essere stati spostati da altre basi in Usa e Europa.
Sarebbero stati impiegati anche diversi aerei d’attacco A-10C Thunderbolt II “Warthog” di supporto aereo ravvicinato del 354esimo squadrone d’attacco della base aeronautica di Davis-Monthan a Tucson, in Arizona. Una forza di fuoco decisamente elevata per la rappresaglia. Il bombardiere strategico a lungo raggio B-1B è stato progettato per penetrare le difese nemiche a bassa quota e ad alta velocità per lanciare armi nucleari. Tuttavia, tra il novembre 2007 e il marzo 2011, la capacità nucleare del Lancer è stata rimossa in conformità con il Trattato di riduzione delle armi strategiche (START), che limitava la flotta all’uso di armi convenzionali. Il B-1B Lancer ha perso nel corso degli anni il suo ruolo nucleare ma ha ampliato le sue capacità convenzionali. Sviluppato originariamente dalla Rockwell International nell’ambito del programma AMSA – Advanced Manned Strategic Aircraft, il B-1A fu cancellato nel giugno 1977 dopo che quattro prototipi furono costruiti e testati. Il programma fu successivamente resuscitato e lo sviluppo del B-1B iniziò nell’ottobre 1981. Il bombardiere americano B-1B Lancer ha iniziato la sua carriera operativa ormai 35 anni fa. Detiene ancora record di velocità, carico utile, autonomia e tempo di salita nella sua classe, ma gli anni e le operazioni di combattimento prolungate hanno messo a dura prova la cellula del velivolo. Nonostante la sua età e alcuni problemi recenti, rimane una delle piattaforme di punta dell’aeronautica militare statunitense e probabilmente continuerà ad essere in prima linea per altri 10-15 anni. I bombardieri B-1B sono stati impiegati in combattimento per la prima volta durante l’operazione Desert Fox nel 1998 e durante l’operazione Allied Force nel 1999.
La flotta è stata impegnata in operazioni di combattimento continue dalla fine del 2001 all’inizio del 2016 e il 7th BW e il 28th BW hanno volato più di 14.000 missioni di combattimento a supporto delle operazioni Enduring Freedom e Iraqi Freedom e più recentemente delle operazioni Odyssey Dawn (Libia), Freedom’s Sentinel (Afghanistan) e Inherent Resolve (Iraq e Siria). Le capacità di armamento del B-1B sono state aggiornate nell’ambito del CMUP – Conventional Mission Upgrade Program avviato nel 1993. Il CMUP inizialmente ha ottimizzato la capacità del B-1B per utilizzare bombe generiche Mk 82 da 500 libbre e ha aggiunto la capacità di impiegare 1.000 libbre Munizioni a effetti combinati. Armi aggiuntive, comprese le bombe guidate di precisione, sono state aggiunte attraverso una serie di altri upgrade. Nel 2001, fu presa la decisione di ritirare 33 esemplari chiudendo le operazioni del 366th Wing sulla Mountain Home AFB nell’Idaho, del 116th sulla Robins AFB in Georgia e del 184th BW sulla McConnell AFB in Kansas entrambi dell’Air National Guard. Altri 8 bombardieri sono stati messi in mostra presso musei e basi aeree, altri 17 B-1B, ritirati tra il 2002 e il 2012, sono in deposito presso il 309th Aerospace Maintenance & Regeneration Group a Davis-Monthan AFB in Arizona e un altro dovrebbe essere in magazzino presso la Edwards AFB. Sebbene gli ultimi piani dell’USAF includessero il ritiro del B-1B entro il 2036, si prevede la rimozione dal servizio di 17 aeromobili strutturalmente carenti, riducendo così la flotta B-1B da 62 a soli 45 aeromobili. A livello operativo i bombardieri B-1B Lancer sono in servizio presso: 7th Bomb Wing /OG con il 9th e il 28th BS sulla base aerea di Dyess nel Texas. 307th Bomb Wing /489th BG con il 345th BS sulla base aerea di Dyes. 28th Bomb Wing/OG con il 34th e il 37th BS sulla base aerea di Ellsworthin South Dakota.
Fabio Gigante