D’Amico e i diritti dei detenuti: “Chi se ne frega dell’accoppiata Boccia-San Giuliano!”
Mentre il gossip sulla relazione Boccia-San Giuliano domina le prime pagine, il Comitato "Esistono nei Diritti", guidato da Gaetano D'Amico, prosegue la sua lotta contro il sovraffollamento carcerario, chiedendo riforme urgenti per il rispetto dei diritti umani.
“La coppia Boccia-San Giuliano ormai prevale su tutto, anche sui temi dei diritti umani, ma noi non demordiamo. Il Comitato “Esistono nei Diritti” lotta contro il sovraffollamento delle carceri italiane.”
Così esordisce D’Amico nell’intervista a cura di Francesco Panasci.
Mentre in Italia ci si appassiona all’accoppiata Boccia-San Giuliano, con titoli che parlano della loro relazione sentimentale e chissà cos’altro, c’è chi non può permettersi il lusso di distogliere lo sguardo dai veri problemi. Il Comitato “Esistono nei Diritti” continua imperterrito la sua lotta contro il sovraffollamento delle carceri italiane. A guidare la protesta è Gaetano D’Amico, noto per il suo impegno nella difesa dei diritti umani con la forza della non violenza.
D’Amico continua nell’intervista con un tono decisamente tagliente: “Ma chi se ne frega se la Boccia ha avuto un rapporto sentimentale, sessuale o quant’altro con il ministro San Giuliano? La vera e seria questione italiana, di cui si parla poco, è che i diritti delle persone vengono calpestati ogni giorno, mentre i riflettori sono puntati su questioni personali che non hanno alcuna rilevanza rispetto alle emergenze reali.”
Il Comitato “Esistono nei Diritti” è in prima linea da oltre 20 giorni, portando avanti una protesta che include un digiuno simbolico per attirare l’attenzione sulla situazione disastrosa delle carceri italiane. Questa mobilitazione si inserisce nel più ampio contesto del Satyagraha per l’Amministria per la Repubblica, un movimento nazionale che si ispira ai principi di non violenza di Gandhi e che mira a ottenere riforme urgenti per il sistema penitenziario.
“È tempo di parlare meno di gossip e più dei diritti umani,” continua D’Amico, “mentre noi lottiamo per condizioni di detenzione umane, il Paese sembra più interessato ai fatti personali delle personalità pubbliche. Ma noi non ci fermiamo: il sovraffollamento carcerario è una crisi umanitaria e nessuno sembra volerla affrontare.”
Al fianco di D’Amico, nella battaglia per i diritti dei detenuti e degli operatori carcerari, ci sono numerosi attivisti, politici e personalità della società civile. Tra questi, il Garante Comunale per i diritti delle persone detenute di Palermo, Pino Apprendi, e i deputati regionali Valentina Chinnici e Gianfranco Miccichè, che hanno aderito al digiuno simbolico promosso dal Comitato. Tutti insieme chiedono interventi concreti per risolvere il sovraffollamento e le condizioni disumane nelle carceri italiane.
Padre Notari, che ha concluso il suo giorno di digiuno il 7 settembre, ha lanciato un forte messaggio: “Con la testimonianza non violenta del digiuno, lanciamo l’allarme sul sistema penitenziario italiano. Sono intollerabili le inumane e degradanti condizioni di detenzione. La politica deve avere il coraggio di fare scelte che tutelino la dignità della persona.”
Il Comitato “Esistono nei Diritti” non solo denuncia le condizioni terribili in cui vivono i detenuti, ma si batte anche per i diritti degli agenti di custodia, spesso costretti a lavorare in condizioni di stress insostenibili. Gli episodi di suicidio tra gli agenti penitenziari sono solo una delle tante prove del malessere profondo che affligge il sistema carcerario italiano.
Nonostante il silenzio mediatico, D’Amico e i suoi sostenitori continuano a battersi affinché il governo intervenga prontamente. “Non possiamo continuare a ignorare questa tragedia e se dovesse servire, siamo pronti a fare gossip anche noi, per i diritti sì.