Al teatro Antico di Segesta, in prima nazionale, l’omaggio ad Aurelio Pes, nella sua elaborazione adattamento e interventi, della tragedia eschilea Sette contro Tebe,
mise en espace a cura di Nicasio Anzelmo
23 agosto ore 19.15
Alla collina dell’Antiquarium, per il Progetto Segesta, l’incontro “Logos Legge Diritto Giustizia. Parole “giuste” e governo della città”
ore 21.30
L’ultima settimana di programmazione del Festival Dionisiache 2021 si apre, lunedì 23 agosto alle ore 19.15, al Teatro Antico con l’omaggio, fortemente voluto dall’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà, ad Aurelio Pes, lo scrittore, drammaturgo, critico musicale e fine intellettuale palermitano scomparso nel 2020.
In prima nazionale, per l’occasione, verrà messo in scena Sette contro Tebe, mise en espace dell’adattamento e interventi dello stesso Aurelio Pes, progetto curato da Nicasio Anzelmo, che rientra anche nel Progetto Segesta e vede in scena Lorenzo Parrotto (Eteocle), Roberta Azzarone (Antigone), Giovanni Carta (Creonte/Tiresia/coro) e Anna Lisa Amodio (corifea/coro), Giuseppe Benvegna (terzo messaggero/coro), Camillo Marcello Ciorciaro (settimo messaggero/coro), Giovanni Di Lonardo (carnefice/coro), Nicolò Giacalone (quarto messaggero/coro), Monica Guazzini (corifea/coro), Alessandro Marmorini (sesto messaggero/coro), Giacomo Mattia (secondo e ottavo messaggero/coro), Mimma Mercurio (corifea/coro), Marco Valerio Montesano (quinto messaggero/coro), Matteo Munari (primo e nono messaggero/coro); con la partecipazione di Domenico Pantano (Ermocrate).
«La mise en espace Sette contro Tebe, frutto dell’adattamento e degli interventi lasciatici in eredità da Aurelio Pes, tra la moltitudine di lavori e approfondimenti che da siciliano, studioso e intellettuale, ha donato nei suoi anni di vita alla Sicilia e non solo, è il primo dei tre omaggi che ho fortemente voluto promuovere nei principali appuntamenti dell’estate siciliana – dichiara Alberto Samonà, Assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana.
Un omaggio doveroso e sentito al fine intellettuale, da sempre attento al tema del Mito nelle sue molteplici forme artistiche, radice della migliore espressione umana e culturale nei secoli.
La sua figura rimarrà per sempre nella memoria di quanti hanno avuto il privilegio di assorbire le sue profonde riflessioni, nutrendo la crescita personale di ognuno di noi anche con iniziative e progetti che hanno reso la nostra Isola punto di riferimento nel mondo.
È doveroso come rappresentante delle istituzioni – conclude Samonà – portare avanti questo patrimonio di cui, da oggi, tutti noi saremo custodi e promotori».
«Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito dell’assessore Samonà – dichiara Rossella Giglio, direttore del Parco archeologico di Segesta – ad ospitare nel Progetto Segesta e nel cartellone del Festival Dionisiache 2021, l’omaggio al compianto Aurelio Pes, uomo di indiscussa cultura e sapiente lungimiranza.
Rendere vive, attraverso le testimonianze degli uomini, le pietre antiche del Parco archeologico di Segesta è l’obiettivo che perseguiamo con tutte le attività nate e promosse al suo interno, che siano, con ogni contributo, un piccolo seme condiviso con ogni visitatore o spettatore.
In quest’ottica – conclude Giglio – condividiamo lo spirito dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana nel promuovere testimonianze sempre vive lasciate dai siciliani più autentici, quale è stato Aurelio Pes».
Sette contro Tebe è la seconda più antica tragedia di Eschilo giunta a noi per intero, rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 467 a.C. È la tragedia dell’orrore della guerra, del compimento della terribile maledizione del ghenos di Edipo: la sua stirpe infatti è segnata da antiche colpe che, in una perversa concatenazione di eventi, si riproducono e moltiplicano.
Le colpe dei padri, così come i loro meriti, ricadono sempre sui figli.
Nei Sette contro Tebe eschilei, in cui è protagonista il re Eteocle, si accenna di continuo al tema della spartizione dell’eredità e della successione ereditaria. In base alla versione a noi più nota della saga dei Labdacidi, alla morte di Edipo i suoi due figli, Eteocle e Polinice, decidono di regnare ad anni alterni, l’uno durante l’esilio dell’altro; Eteocle, primo a sedere sul trono di Tebe, calpesta l’accordo, ostinandosi a non cedere il trono al fratello allo scadere del suo anno di regno.
Polinice, cacciato in esilio, giunge ad Argo, dove ottiene l’appoggio del re Adrasto che gli promette aiuto nel fare ritorno in patria. Polinice, insieme ad altri sei condottieri, muove così guerra alla sua patria.
“Capo contro capo, fratello contro fratello, nemico contro nemico” sono le parole di Eteocle prima dello scontro.
Accanto a questa, tuttavia, esisteva una differente variante della storia che riporta di un accordo tra i due fratelli, in base al quale Polinice, invitato da Eteocle a decidere se tenere per sé il regno oppure abbandonare la patria con una parte delle sostanze paterne, lascia il trono al fratello, scegliendo di andarsene ad Argo con il chitone e la collana che Cadmo, antico fondatore della città di Tebe, regalò alla dea Armonia: oggetti dal forte potere simbolico, poiché divini.
Polinice poi li donò alla moglie dell’indovino Anfiarao, perché lo accompagnasse nella guerra contro il fratello a Tebe.
Quale che sia la versione del mito, ci troviamo di fronte alla città sotto assedio. Eteocle ascolta il resoconto di sette messaggeri che, insieme al coro, si stringono intorno al loro capo, mentre raccontano con dovizia di particolari quali guerrieri argivi si schierano di fronte alle sette porte, quali armi indossano e quale furia li muove. Il re sa che deve combattere e si prepara ad affrontare il destino che gli pone di fronte proprio il fratello.
Ma sopra ogni cosa Eteocle sa che “Non è dato sfuggire a un male, quando il dio lo manda”.
L’attacco termina con la morte dei due fratelli che, nello scontro diretto, si danno vicendevolmente la morte. Il loro destino è compiuto.
Lo spettacolo è una creazione in esclusiva per il Festival Dionisiache 2021, i movimenti scenici sono curati da Barbara Cacciato, musiche originali di Giovanni Zappalorto; l’immagine manifesto è stata curata da Angela Gallaro Goracci; aiuto alla mise en espace Giovanni Di Lonardo, luci Damiano Bianco; organizzazione Rossella Compatangelo, produzione CTM Centro Teatrale Meridionale.
Per info e prenotazioni è possibile consultare il sito ufficiale del Festival www.dionisiache.it oppure chiamare al numero 3889590892 (attivo dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20).
A seguire, dalle ore 21.30 alla collina dell’Antiquarium, per il Progetto Segesta, si svolgerà l’incontro “Logos Legge Diritto Giustizia. Parole “giuste” e governo della città”, con i docenti dell’Università degli Studi di Palermo Aldo Schiavello e Giuseppe Di Chiara.