Collesano: Antonio Vaccarella, il soldato eroe compie 102 anni…gli auguri di AssoFante Palermo
“Con grande piacere e onore Le porgo i più sentiti e sinceri auguri da parte dell’Associazione Nazionale del Fante Federazione di Palermo che mi onoro di presiedere ed i miei personali, per il suo centoduesimo compleanno. Ci fa ricordare tutte le vicende che Ella ha attraversato, nel bene e nel male, della nostra storia da Lei vissuta intensamente malgrado le dure prove che l’hanno vista protagonista. La sua “lunga giovinezza” è per Ella un dono ma, per riflesso, anche per noi tutti in quanto trasmette ai giovani un patrimonio di valori culturali e morali che sono, da sempre, alla base della nostra società. L’impegno nella Seconda Guerra, a seguito di uno dei più rocamboleschi atti eroici del secondo conflitto mondiale, l’ha vista insignita della Medaglia di Bronzo a Valor militare. In un presente in cui, razzismo, xenofobia, intolleranza per motivi religiosi riaffiorano pericolosamente nella nostra società il suo nobile gesto, stimatissimo Antonio, appare ancora di più come un esempio virtuoso da seguire per noi e per le generazioni che seguiranno. Unitamente alla comunità di Collesano, Fanti e Patronesse si stringono attorno ad Ella in un filiale abbraccio, promettendo di fare tesoro della Sua testimonianza di vita”.
E’ questo il messaggio augurale che il Presidente di AssoFante, Federazione provinciale di Palermo, il 1ºLgt. aus. Vincenzo Maria Maniaci ha fatto pervenire ieri tramite il Dott. Enzo Nuccio, rappresentate delle Attività Esterne di AssoFante Federazione di Palermo, al Combattente Antonio Vaccarella, in occasione del 102esimo compleanno. Vaccarella, soldato valoroso a cui una famiglia ebrea deve la vita nasce a Collesano, il 16 agosto 1921, sulle Madonie, nel 1943. Non potendo rientrare in Sicilia, ripiegò dagli zii a Roma.
Qui salvò una famiglia di ebrei, i Di Castro, non rivelando dove abitassero alla polizia fascista. Agli ufficiali che chiedevano quale fosse la loro casa, indicò la scala opposta. Nessuna esitazione. Una copertura che si è poi estesa nel tempo, giungendo persino a scambiare le rispettive case con i Di Castro, che avevano anche due figli minorenni. È il periodo delle persecuzioni razziali e dei rastrellamenti, come quello al ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, ordinato dal colonnello Kappler. Per pudore e non certo per rimuovere certe vicende, molti protagonisti di queste storie dopo il conflitto hanno preferito tacere e non raccontare. Ogni notizia relativa al salvataggio di ebrei, durante il secondo conflitto mondiale, va raccontata e radiografata per consegnare alla storia piccoli-grandi fatti di quel periodo.
Fabio Gigante