Brigata Folgore: due fratelli generali si passano il comando
Ieri il 79° anniversario della Battaglia di El Alamein
Con la deposizione di una corona d’alloro presso i monumenti dedicati al ricordo dei caduti nelle proprie unità, la brigata paracadutisti “Folgore” ha ricordato ieri il 79° anniversario della battaglia di El Alamein. Nell’ottobre del 1942, i Paracadutisti schierati ad El Alamein, unitamente alle Divisioni “Ariete”, “Littorio”, “Pavia”, “Brescia”, “Bologna”, “Trento” e “Trieste”, lungo un fronte di 15 chilometri, con un rapporto di forze impari, resistettero con grande determinazione e tenacia ai ripetuti attacchi avversari, respingendo ogni tentativo di sfondamento e infliggendo al nemico gravi perdite. Alla resa ebbero l’onore delle armi e il nome della loro divisione restò da allora leggendario. Una targa marmorea su un cippo nel deserto egiziano riporta: “Mancò la fortuna, non il valore!”.
Proprio in ricordo dei paracadutisti morti, è avvenuta due giorni fa, alla presenza del Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, Comandante della Divisione ‘Vittorio Veneto’, e delle autorità cittadine, presso il Centro Addestramento di Paracadutismo di Pisa, la cerimonia di avvicendamento alla guida della Brigata Paracadutisti Folgore tra il Generale di Brigata Beniamino Vergori e il fratello, parigrado, Roberto Vergori.
Due anni di differenza d’età e una carriera militare svolta parallelamente, al punto che oggi il fratello più giovane ha preso il posto del più anziano alla guida della Brigata nel corso della cerimonia di avvicendamento svoltasi a Pisa, nella caserma Gamerra, sede del centro di addestramento di una delle unità d’elite dell’Esercito.
La Brigata Paracadutisti “Folgore” è l’unica grande unità aviotrasportata dell’Esercito Italiano, posta alle dipendenze del Comando Forze Operative Nord, in grado, con breve preavviso, di pianificare, preparare e condurre ogni tipo di operazione militare schierando, con aviotrasporto o aviolancio, le proprie unità a grandi distanze. Originari di Carmiano (Lecce) hanno 52 e 50 anni. Si sono formati prima all’Accademia militare di Modena e poi alla Scuola di applicazione di Torino.
In famiglia vi è anche un terzo fratello parà, più piccolo dei due generali, Stefano. E’ tenente colonnello in servizio a Livorno al 185° Reggimento acquisizione obiettivi. Nel corso del suo intervento il Comandante cedente ha evidenziato quanto l’elemento più importante della ‘Folgore’ sia proprio l’uomo, il paracadutista, il soldato doppiamente volontario che ha scelto di servire la Patria e ha scelto di farlo indossando il basco amaranto. “I sentimenti che ci animano devono sempre essere quelli di operare per essere all’altezza del personale alle proprie dipendenze, di riuscire ad adempiere ai nostri compiti nel migliore dei modi, con lealtà, con onestà, con coraggio, con professionalità, anteponendo sempre gli interessi dell’Istituzione che rappresentiamo”.
Durante gli oltre due anni passati al comando il Generale Beniamino Vergori ha visto i paracadutisti della Folgore operare su molteplici fronti, dalle missioni fuori area in quasi tutti i teatri operativi dove sono impegnate le Forze Armate Italiane, alla conduzione della delicatissima fase finale della Missione “Resolute Support” in Afghanistan compresa l’operazione di evacuazione del personale italiano ed afghano, agli impegni sul territorio nazionale nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”.
Beniamino Vergori, dopo essere stato assegnato alla Folgore ha ricoperto gli incarichi di comandante di plotone e comandante di Compagnia fucilieri paracadutisti al 187° Reggimento di stanza a Livorno. Ha assolto anche incarichi presso distaccamenti Nato, tornando alla Folgore nel 2009 e poi nuovamente nel 2015 guidando il 186° reggimento di Siena e diventando in seguito capo di Stato maggiore della Brigata paracadutisti, vicecomandante della Folgore nell’estate 2019 e comandante della Brigata fino a oggi. Due generali dei Parà ma soprattutto due fratelli.
Fabio Gigante