B 747 e A 380: la fine dei giganti dell’aria
La crisi del COVID 19 ha definitivamente posto fine a due giganti del trasporto aereo: il B 747 e l’A380. Il Primo, meglio conosciuto come il “Jumbo Jet”, realizzato dalla Boeing, l’industria aeronautica statunitense, con la sua caratteristica gobba della fusoliera con un successo commerciale senza precedenti, è nato contemporaneamente al Concorde, nel 1969.
Il B 747 è stato l’aereo, che quasi 50 anni fa, ha veramente “democratizzato” il trasporto aereo, il trasporto di massa, permettendo a milioni di viaggiatori di scoprire il mondo a prezzi accessibili. Era il periodo di massimo splendore dei voli con le compagnie aeree come: PAN AM, American Airlines, United, Air France, British Airways, KLM, Lufthansa, Qantas, ANA, Corean Air, ecc.
La pandemia ha accelerato la sua uscita. Una fine triste ma un successo commerciale senza precedenti. In 50 anni la famiglia dei B747, dalle versione 100 alla versione 400 attraverso la SP, (Special Performance), avrà trasportato più di 3 miliardi e 700 milioni di passeggeri, ovvero più della metà della popolazione mondiale, e avrà percorso 80 miliardi di chilometri. Ad oggi, più di 1.550 Boeing 747 nelle sue varie versioni sono stati venduti in tutto il mondo.
Anche un altro gigante dei cieli sta pagando il prezzo di questa crisi, l’A380. Originariamente chiamato A3XX, con doppio ponte, doveva trasportare fino a 853 passeggeri. All’epoca i vertici di Airbus avevano scommesso che, negli anni a venire, gli aeroporti sarebbero stati saturi e che fosse necessario sviluppare una politica di Hub verso le loro destinazioni finali, a bordo di aeromobili più piccoli. Nessuna delle compagnie aeree che hanno acquistato A380 lo ha utilizzato a pieno regime, mai più di 550 posti.
Il B 747 e l’A 380 sono stati aeromobili difficili da gestire all’interno di una flotta, troppo inquinanti; con costi economicamente insostenibili; con un coefficiente di riempimento poco redditizio. Queste alcune delle cause che ne hanno decretato l’uscita di scena. L’A380, a differenza del fratello americano scompare dopo che ne sono stati costruiti solo poco più di 200: un bel disastro. La fine di un sogno per l’industria aerospaziale europea e per l’Europa tutta intera.
Airbus ha preso la coraggiosa decisione di ridurre le perdite e terminare il programma A380 annunciando per il 2021 la fine delle consegne di 251 A 380 ordinati da 14 clienti. Mentre l’ultimo 747-8, in versione cargo, dovrà lasciare la fabbrica entro il 2022. Nei prossimi anni il lavoro delle industrie aeronautiche si concentrerà principalmente su velivoli a corto raggio e a corridoio singolo. Alcuni di questi aerei sono stati inviati in deposito, mentre altri sono stati demoliti.
Fabio Gigante