Assoluzione per il dott. Pirillo per la vicenda dei rifiuti in Sicilia del 2016
Il Tribunale di Siracusa dichiara l’insussistenza delle accuse, riconoscendo la legittimità dell'operato del dott. Pirillo nel complesso contesto della gestione rifiuti in Sicilia
Assoluzione piena per il dott. Maurizio Pirillo, vicenda dei rifiuti del 2016
Sette anni di sofferenze e marginalizzazione, riscattati con l’assoluzione e il riconoscimento della legittimità del suo operato
Palermo, 12 novembre 2024 – Antefatto: Il procedimento a carico del dott. Maurizio Pirillo ha avuto origine con la cessazione del regime commissariale in materia di rifiuti, che caratterizzò il biennio 2014-2016 fino a maggio 2016. In quel periodo, l’allora presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, autorizzava tramite ordinanze contingibili e urgenti il conferimento in discarica di rifiuti sottoposti solo a tritovagliatura e macinazione, senza ulteriori trattamenti. Questo sistema fu interrotto nel maggio 2016, quando il Ministero dell’Ambiente impose per la prima volta la biostabilizzazione dei rifiuti, ovvero un processo di riduzione della putrescibilità necessario prima dello smaltimento. Per il conferimento, i rifiuti dovevano rispettare un indice di stabilità specifico, fissato in 1000 mg di ossigeno per kg di sostanza secca. Ciò comportava che i rifiuti, una volta vagliati, non potessero più essere direttamente conferiti in discarica ma dovessero essere stoccati in apposite strutture che permettessero l’essiccazione e la riduzione della putrescibilità. Questo processo richiedeva, in condizioni ordinarie, un periodo di circa 21 giorni.
Nel maggio del 2016, la Regione Siciliana si trovò a fronteggiare questo nuovo sistema di gestione dei rifiuti senza un’adeguata infrastruttura. Solo pochi impianti erano attrezzati per la biostabilizzazione: tra questi, quello di Bellolampo, gestito dalla RAP di Palermo, era non operativo, e molte altre strutture mancavano di impianti fissi di biostabilizzazione. Si giunse quindi a un accordo con il Ministero dell’Ambiente per permettere l’uso di impianti mobili di biostabilizzazione per affrontare il periodo di transizione, stabilendo inoltre la possibilità di ridurre il periodo di biostabilizzazione a 15 giorni.
In questo contesto di emergenza, la ditta CIMSA Ambiente presentò un progetto nel luglio 2016 per la realizzazione di un impianto di biostabilizzazione per il trattamento e successivo conferimento dei rifiuti. Tra maggio e luglio, la situazione igienico-sanitaria si aggravò drasticamente, con tonnellate di rifiuti non raccolti lungo le strade. Per far fronte a questa emergenza, CISMA propose dei progetti autorizzati con ordinanze contingibili e urgenti del presidente della Regione, fino all’autorizzazione ordinaria da parte del dott. Pirillo con il decreto n. 1559 del 2016, che permetteva l’operatività dell’impianto.
L’impianto originariamente prevedeva un sistema sperimentale, denominato “Tritormiller”, che processava i rifiuti tramite macinazione e insufflazione di aria calda. Successivamente, si optò per un sistema a celle, dove i rifiuti potevano essere stoccati per perdere il livello di putrescibilità necessario prima del conferimento in discarica. Il dott. Pirillo autorizzò formalmente questo impianto con il decreto 1559, convocando anche una conferenza di servizi in relazione alle ordinanze contingibili e urgenti.
A seguito di alcuni rilievi, effettuati dal Libero Consorzio e da ARPA territoriale, emersero dubbi sulla conformità del primo impianto per la biostabilizzazione. Fu così che nel 2017 iniziarono i procedimenti penali, originariamente affidati alla Procura di Siracusa e poi trasferiti alla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catania, dove vennero formulate ipotesi di traffico illecito di rifiuti e abuso d’ufficio, reato per il quale vi è una competenza funzionale della Procura Distrettuale Antimafia.
Il dott. Pirillo, sin dalle indagini preliminari e nelle udienze, difese con fermezza la legittimità del proprio operato, rivendicando la correttezza della sua attività amministrativa. Nonostante questa difesa, fu rinviato a giudizio e affrontò un processo durato quattro anni.
La sentenza di primo grado
Ieri, 11 novembre 2024, il Tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza di proscioglimento con formula piena, dichiarando che “il fatto non sussiste” ai sensi dell’articolo 530, comma 1.
Durante il lungo processo, il dott. Pirillo subì anche la revoca del suo incarico di dirigente generale e una marginalizzazione all’interno dell’amministrazione. Tuttavia, grazie alle sue qualità personali e professionali, riuscì a riscattarsi e, finalmente, ieri ha ottenuto il riconoscimento ufficiale del Tribunale di Siracusa, che ha messo un sigillo sulla sua assoluzione, dichiarando l’insussistenza di tutte le ipotesi di reato a lui contestate.
Ancora più rilevante è stato il riconoscimento della legittimità della sua attività amministrativa, un aspetto che incide profondamente sull’onore del dirigente e del pubblico funzionario, il cui operato è stato dimostrato essere esclusivamente volto all’interesse pubblico. In questo caso, tale interesse è stato assolutamente confermato.
Francesco Panasci