Premio Internazionale Padre Pino Puglisi: quando il silenzio diventa altruismo
PALERMO – La diciannovesima edizione del Premio Internazionale Padre Pino Puglisi ha illuminato il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, celebrando quest’anno le persone semplici e il loro silenzioso altruismo. Un evento che, sotto la produzione esecutiva di Panastudio e la direzione artistica di Francesco Panasci, ha saputo intrecciare riflessioni profonde, testimonianze toccanti, arte e musica, guidato dalla sapiente conduzione di Roberto Gueli, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e condirettore nazionale della Tgr RAI, insieme alla collega RAI Tiziana Martorana.
“Se il male fa rumore, il silenzio trasforma il volto del mondo” – con queste parole l’arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, ha dato il via alla serata, lanciando un messaggio potente contro la razionalizzazione della guerra: “Dobbiamo tornare ad essere operatori di pace, di bene e di giustizia. Questa è la testimonianza di padre Pino Puglisi”.
Sette storie di impegno e dedizione hanno caratterizzato questa edizione, scelte da una giuria d’eccellenza presieduta da Monsignor Lorefice. Il premio, un’opera dell’artista palermitano Giacomo Rizzo che ritrae Padre Puglisi con i suoi ragazzi, è stato consegnato a figure che hanno fatto della propria vita una missione di aiuto verso il prossimo.
Tra i premiati, storie che toccano diversi ambiti dell’impegno sociale: Ignazio Ingrao, giornalista del Tg1 e vaticanista, che racconta con passione e competenza la Chiesa e il Santo Padre; Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano che dalle baraccopoli di Korogocho al quartiere Sanità di Napoli ha dedicato la vita agli ultimi; Angelica Edna Calò Livné, che con la Fondazione “Beresheet LaShalom” unisce giovani di diverse etnie e religioni attraverso l’arte.
Di particolare intensità la storia di Gino Cecchettin, che ha trasformato il dolore per la perdita della figlia Giulia in un messaggio di amore e perdono, e quella di Francesco Zavatteri, che ha creato La Casa di Giulio per aiutare chi lotta contro le dipendenze. Il premio ha riconosciuto anche l’impegno scientifico di Andrea Rinaldo, vincitore dello Stockholm Water Prize, e l’opera sociale di Zenaida Boaventura con La Casa di tutte le genti.
L’evento ha visto un momento significativo nella consegna di trenta Borse di studio “Vivere per sognare” a giovani studenti, sottolineando l’importanza dell’educazione come strumento di riscatto sociale. Il sindaco Roberto Lagalla ha confermato l’impegno dell’amministrazione annunciando l’avvio dei lavori di ristrutturazione della chiesa di don Antonio Garau, ideatore del premio, che continua instancabilmente a lavorare per mantenere vivo il messaggio di Padre Puglisi.
Don Garau ha inoltre annunciato un’importante novità: il 29 novembre, nel salone della sua Chiesa a Borgo Nuovo, si terrà per la prima volta un convegno dedicato alle periferie alla presenza del ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi. “Saranno i bambini del quartiere – ha sottolineato don Garau – i veri protagonisti, raccontando le loro difficoltà e i loro sogni”.
La serata è stata arricchita da momenti di spettacolo che hanno saputo alternare riflessione e intrattenimento. Il cabarettista siciliano Antonio Pandolfo ha portato momenti di leggerezza, mentre le esibizioni musicali hanno visto protagonisti artisti internazionali come Dorrey Lyn Liles & Sylwester Ostrowsky, accompagnati da Owen Hart e Pang SaxPackgirl, insieme a Fabio Lannino e Salvatore Bonafede. I Bellamorea, duo di fratelli siciliani, hanno portato sul palco la loro musica Pop World del Mediterraneo, mentre Simona Molinari, accompagnata dalla Brass Youth Jazz Orchestra diretta da Domenico Riina, ha chiuso la serata con il brano “La felicità”.
Il Premio, promosso dall’Arcidiocesi di Palermo e dall’Associazione Giovani 2017 3P, con il patrocinio del Ministero delle politiche giovanili, della Regione Siciliana, dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana, dell’ARS e del Comune di Palermo, si conferma così non solo come un momento di commemorazione, ma come un vero e proprio faro di speranza e impegno sociale, dimostrando che il bene, anche se silenzioso, ha la forza di trasformare il mondo.
Come ha ricordato don Garau, “la presenza di personalità di tutto il mondo che vivono la loro vita testimoniando il senso del rispetto e della dignità dell’uomo sono la nostra forza nel credere che le cose possono cambiare, come diceva padre Pino Puglisi”. Un messaggio che risuona ancora più forte in un’epoca in cui il rumore della violenza e dell’indifferenza sembra talvolta sovrastare la voce della solidarietà e della speranza.