Sicilia in emergenza: la crisi idrica e l’appello del Vescovo di Cefalù
Mons. Giuseppe Marciante: "La siccità è diventata insostenibile, servono interventi strutturali e l'impegno di tutti i cittadini"
Crisi idrica e siccità in Sicilia: l’intervento del Vescovo di Cefalù
La crisi idrica e la siccità in Sicilia sono ormai un “fenomeno insostenibile”. Lo ha dichiarato S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù e delegato per i problemi sociali della CESi, in una recente intervista rilasciata al giornalista Filippo Passantino per il SIR.
Le cause e le conseguenze della siccità
Secondo Mons. Marciante, il cambiamento climatico è il principale responsabile dell’aggravarsi della siccità, poiché provoca una diminuzione delle piogge e un aumento delle temperature. Questa situazione, particolarmente critica durante l’estate, mette a rischio il settore agricolo, zootecnico e forestale. La situazione è ulteriormente aggravata dagli incendi, che devastano vaste aree boschive e agricole.
Deficienze strutturali e infrastrutturali
Mons. Marciante ha evidenziato le carenze infrastrutturali che amplificano la crisi idrica. I sistemi di irrigazione inefficienti e la mancanza di manutenzione degli invasi esistenti sono tra le principali problematiche. Molti invasi risultano inservibili o malfunzionanti, rendendo difficile la gestione delle risorse idriche disponibili.
Soluzioni proposte
Il vescovo ha suggerito una serie di interventi per mitigare la crisi. Tra questi:
- Riduzione dello spreco d’acqua: Promuovere l’uso intelligente e diffuso dell’irrigazione a goccia per limitare lo spreco.
- Aumento dei laghetti artificiali: Creare nuovi invasi per accumulare riserve idriche durante il periodo invernale.
- Riutilizzo delle acque reflue: Impiegare le acque trattate dagli impianti di depurazione per l’agricoltura e per usi civici, risparmiando risorse preziose per l’uso domestico.
- Dissalazione: Valutare l’uso della dissalazione come parte di un sistema integrato di approvvigionamento idrico.
- Manutenzione delle condutture: Effettuare regolari manutenzioni delle condutture e degli invasi per ridurre la dispersione delle risorse idriche, che attualmente raggiunge il 50%.
La diga incompiuta di Blufi
Un esempio emblematico di spreco delle risorse è la diga di Blufi, nel cuore delle Madonie. Definita da Mons. Marciante come un “monumento dello spreco”, questa infrastruttura incompiuta rappresenta una testimonianza della mala gestione delle risorse idriche nella regione.
Il ruolo della politica e della società civile
Per affrontare la crisi, Mons. Marciante ha sottolineato la necessità di una programmazione politica adeguata che vada oltre la gestione delle emergenze, superando rapidamente gli ostacoli burocratici e vigilando contro eventuali speculazioni sull’acqua. Ha ricordato le lotte del sociologo Danilo Dolci per l’acqua, viste come un atto di liberazione dal potere mafioso.
L’Impegno dei cittadini
Il vescovo ha esortato tutti i cittadini a ricordare che l’acqua è un dono prezioso da non sprecare. Ogni siciliano deve difendere la dignità dell’acqua, lottare e partecipare attivamente alla soluzione dei problemi, vivendo la solidarietà anche nel consumo delle risorse idriche.
L’intervento intervista di Mons. Marciante è dunque un appello accorato a tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini, affinché si prendano misure concrete per affrontare e risolvere la grave crisi idrica che affligge la Sicilia.