Distribuzione di trucchi e make up alle detenute della Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo
Aderendo alla campagna promossa dall’Associazione nazionale Sbarre di Zucchero, una delegazione di donne appartenenti alle associazioni palermitane L’arte di Crescere e Progetto Forense-Unione di Liberi Avvocati, ha consegnato alla direttrice della sezione femminile del carcere Pagliarelli, dott.ssa Maria Luisa Malato una raccolta di trucchi e prodotti per il make up da donare alle detenute. “L’iniziativa promossa già sin da marzo da Sbarre di Zucchero, associazione che agisce sul territorio nazionale ed attenta soprattutto alla detenzione femminile, non solo al Pagliarelli ma in tante altre carceri tra le quali Piazza Lanza di Catania , ha inteso – con la donazione dei cosmetici – sottolineare l’importanza dell’avere come persona, donna e donna ristretta, amore e cura nonostante la condizione in cui si vive” afferma Donatella Corleo referente regionale di Sbarre di Zucchero che continua: “Una sorta di sostegno, l’iniziativa di Sbarre, a quelle donne alle quali la pena inflitta non tolga il gusto della propria femminilità o, magari, a riscoprirla se non a scoprirla.”
L’iniziativa, ha voluto sottolineare che la detenzione non è e non deve essere esclusivamente punitiva, privando del tutto la persona della propria identità. “Raccogliere e donare tali prodotti vuol dire riconoscere come un’ingiustizia che le donne debbano scontare la loro pena come se fossero degli uomini. Vuol dire comprendere che il carcere è una realtà dentro la società e che non vederla, non capirla, non chiedersi come e quanto la Costituzione venga garantita al suo interno sia una ingiustizia anche verso noi stesse” dichiara Giulia Lo Porto, pedagogista e volontaria de L’arte di crescere. La donazione dei trucchi intende inoltre mantenere alta l’attenzione sulle condizione di vita nelle carceri, in un momento particolarmente critico della loro gestione a causa del sovraffollamento, dell’elevato numero dei suicidi e delle riforme apportare dal ddl sicurezza proposto dal governo.
“La dignità della femminilità delle detenute non può essere compressa dalla detenzione. L’afflizione della privazione della libertà, deve preservare in ogni caso i diritti umani delle detenute, tra i quali senza ombra di dubbio vi è quello della cura della propria persona. Nel nostro piccolo la nostra associazione ha voluto contribuire alla tutela di tali diritti delle donne recluse” afferma Maria Vittoria Cerami, avvocata di Progetto Forense-Unione di Liberi Avvocati. L’incontro si è svolto in un clima di confronto con la direttrice, con le operatrici e con la polizia penitenziaria. Ciascuna delle associazioni presenti ne ha potuto trarre spunto per future collaborazioni a favore delle attività di recupero delle persone private della libertà personale.
Fabio Gigante