Conflitto e riforma nel settore della Formazione Professionale: la battaglia è tra Turano e gli Enti con le Datoriali
Turano fa quadrato con alcune sigle sindacali, obiettivo mancato. Gli Enti sul piede di guerra chiedono di dialogare solo con Schifani
Su Turano la sfiducia è totale.
La crisi della formazione professionale in Sicilia si è trasformata in un’arena di sfide politiche e burocratiche, con un impatto diretto sugli enti di formazione e le datoriali. La figura centrale di questa vertenza è l’Assessore alla Formazione, Turano, la cui gestione è stata oggetto di crescente sfiducia. La decisione di promuovere un contratto unico di lavoro, sostenuta da alcuni sindacati ma non concordata ampiamente al tavolo delle negoziazioni, è stata percepita dagli enti come un attacco diretto. Questo atto ha aggravato la fiducia già fragile, spingendo gli enti a cessare ogni dialogo con l’Assessore, il quale non è riuscito a risolvere le problematiche esistenti.
L’accordo per il contratto unico, interpretato come una mossa politicamente aggressiva, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’assenza di rappresentanza adeguata delle datoriali e degli enti durante le discussioni cruciali convocate da Turano. Questa mancanza di inclusività nei processi decisionali ha accentuato il senso di marginalizzazione e la percezione di una gestione top-down, disconnessa dalle reali necessità del settore.
L’Assessore alla Formazione, Turano, ha recentemente intensificato la pressione sull’Assessore al Lavoro, Nuccio Albano, nel tentativo di uniformare il contratto collettivo applicato agli operatori del settore. Questa mossa mira a eliminare l’uso dei cosiddetti contratti “atipici” come etichettati dai sindacati locali.
Il centro della disputa è quindi sul tipo di contratto da impiegare, con Albano, esponente del partito di Totò Cuffaro, che ora si trova al centro dell’arena politica con l’incarico di fornire una direzione chiara e definitiva sulla questione.
Dunque, il settore si trova in una posizione critica, con la potenziale perdita di posti di lavoro e impatti economici negativi sull’economia locale e sul PIL della Sicilia. La capacità del governo regionale di comprendere e agire efficacemente in risposta a queste complessità sarà determinante per il recupero e la sostenibilità della formazione professionale nella regione.
Il comparto si trova di fronte a una crisi profonda e protratta nel tempo, una situazione che si riflette nei numerosi commenti e discussioni tra gli enti di formazione. Anni fa, alcuni esperti progettisti di questi enti hanno offerto la loro consulenza gratuita al Dipartimento per la Formazione Professionale e i Servizi per il Lavoro, nel tentativo di contribuire alla soluzione delle problematiche che affliggono il settore.
Una task force di veri esperti come Massimiliano Urso, Giuseppe Zambito, Vito Rizzo, Alessandro Cibella, Danilo Gelsomino, Emanuele Rossorollo, Enzo Malta e Angelo Vitale. Questi professionisti, così si legge nei gruppi degli Enti, avevano proposto, già nove anni fa, di impegnarsi a titolo gratuito per un periodo di 15 giorni per affrontare e risolvere numerose anomalie di sistema e questioni burocratiche che ostacolano l’efficienza e l’efficacia del settore.
L’impatto di questi problemi è severo: le inefficienze burocratiche e sistemiche non solo minacciano la sostenibilità delle imprese di formazione, ma rischiano anche di causare la perdita di posti di lavoro e di avere un impatto economico negativo significativo sulla società, sull’economia regionale e sul Prodotto Interno Lordo della Sicilia. La difficoltà per l’amministrazione regionale di percepire e comprendere appieno queste complessità e le loro ripercussioni evidenzia la necessità di un dialogo più aperto e di una collaborazione più stretta tra gli enti di formazione e le autorità competenti.
In questo contesto, la proposta degli esperti di intervenire direttamente per risolvere queste questioni rappresenta un tentativo proattivo di mitigare i rischi e migliorare il settore, una mossa che sottolinea la volontà degli operatori di formazione di prendere parte attiva nel processo di riforma e miglioramento. Tuttavia, il fatto che questa iniziativa sia rimasta apparentemente inascoltata o non sia stata attuata con successo solleva questioni importanti sulla capacità e volontà del sistema di governo regionale di affrontare e risolvere le criticità del settore della formazione professionale in modo efficace.
“Intanto i mesi corrono – denunciano gli Enti – e la situazione rimane in stallo. Quanto ancora si dovrà attendere prima che si giunga a una risoluzione concreta? Le parti coinvolte sembrano lontane dall’arrivare a un accordo, mentre gli effetti della crisi continuano a farsi sentire profondamente in tutto il settore. La necessità di una soluzione efficace e tempestiva è più urgente che mai, per garantire il futuro della formazione professionale in Sicilia e per salvaguardare l’economia regionale da ulteriori danni.”