Israele: la super portaerei USS Ford partita da Trieste per l’est del Mediterraneo.
Attenzione alta alla Naval Air Station di Sigonella
Gli Stati Uniti hanno deciso di inviare a sostegno di Israele l’intero gruppo portaerei della USS Gerald R. Ford, la più moderna superportaerei a propulsione nucleare della sua flotta. La Ford si trovava già nel Mediterraneo dallo scorso anno per consentire una serie di esercitazioni NATO, in una posizione strategica per svolgere azioni deterrenze nell’ambito del conflitto russo-ucraino. La sua presenza rappresenta una dimostrazione tangibile dell’impegno degli Stati Uniti nel mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione e questo invio improvviso dimostra l’importanza della presenza Usa negli equilibri del Mare Mediterraneo.
Il gruppo portaerei della Marina degli Stati Uniti della Uss Gerald R. Ford ha ricevuto l’ordine di dirigersi verso il Mediterraneo orientale per mettersi a disposizione di Israele nell’assisterla a resistere all’attacco a sorpresa lanciato da Hamas. La decisione è stata confermata dal segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. Lo Uss Ford, la più moderna e avanzata portaerei della Us Navy, ha a bordo circa cinquemila militari, tra marinai e marines, oltre ad ospitare svariate decine di mezzi aerei da combattimento e supporto. Il Ford sarà accompagnato dai suoi incrociatori e cacciatorpediniere di scorta, in una dimostrazione di forza che non lasci dubbi sul coinvolgimento Usa a sostegno di Tel Aviv. Il gruppo portaerei è, da solo, pronto a rispondere a qualsiasi evenienza, dall’interdizione di armi potenzialmente dirette a Hamas alla sorveglianza delle acque e dei cieli israeliani.
La superportaerei a propulsione nucleare è lunga 333 metri, è alta 76 metri e pesa circa centomila tonnellate. Oltre a un equipaggio di quasi cinquemila persone, trasporta a bordo novanta velivoli da combattimento, tra caccia, aerei da trasporto e sorveglianza aeronavale ed elicotteri. Non è un caso che questo tipo di unità, le più grandi esistenti sul pianeta, siano la spina dorsale della proiezione di potenza degli Stati Uniti a livello globale. Una sola di queste navi, infatti, è capace di esprimere un potere di combattimento superiore a quello di numerosi Stati. La classe Ford, di cui l’unità diretta nel Mediterraneo orientale è la capoclasse, è entrata in servizio nel 2017, dopo circa sei anni dall’ordine, rimpiazzando dopo mezzo secolo di onorato servizio la Uss Enterprise. Di questa classe sono previste ulteriori tre navi, la Uss John F. Kennedy, che nel 2024 rimpiazzerà la Uss Nimitz, la nuova Uss Enterprise, destinata a sostituire nel 2025 la Uss Eisenhower, e la Uss Doris Miller. Insieme al Ford, gli Stati Uniti invieranno l’incrociatore Uss Normandy, i cacciatorpediniere missilistici guidati della classe Arleigh-Burke Uss Thomas Hudner, Uss Ramage, Uss Carney e Uss Roosevelt e potenzieranno gli squadroni di caccia F-35, F-15, F-16 e A-10 dell’USAF già schierati nella regione vicino orientale.
“Gli Stati Uniti mantengono forze pronte a livello globale per rafforzare ulteriormente questa posizione di deterrenza, se necessario”, ha dichiarato il segretario Austin commentando sull’invio del gruppo del Ford. Il gruppo portaerei, solitamente di stanza a Norfolk, in Virginia, si trova già nel Mediterraneo, dove la scorsa settimana ha condotto insieme alla Marina militare delle esercitazioni nel mar Ionio. Per la portaerei si tratta del suo primo dispiegamento operativo dall’ingresso in linea con la flotta a stelle e strisce, e questo invio improvviso sottolinea l’importanza per gli Usa di non distogliere lo sguardo dal Mediterraneo. Oltre all’invio del gruppo portaerei, l’amministrazione Usa si è detta pronta a fornire “rapidamente alle Forze di difesa israeliane ulteriori attrezzature e risorse, comprese le munizioni”. Il primo blocco di aiuti di difesa e sicurezza si è già mosso da ieri, e dovrebbe raggiungere Israele in poco tempo, ha spiegato sempre il segretario Austin. “Il rafforzamento della nostra postura congiunta, unito al supporto materiale che forniremo a Israele, sottolinea il solido sostegno degli Stati Uniti alle Forze di difesa di Israele e al popolo israeliano”, ha concluso Austin.
Sigonella al momento, non è in stato di allerta. E’ la più attrezzata base di intervento americana del Mediterraneo ed è un importante asset della NATO per l’Alliance Ground Suriveillance (AGS), il nuovo, supertecnologico sistema di sorveglianza. Sulla possibilità, che la flotta aerea americana la possa utilizzare nell’operazione di supporto a Israele, non ci sono dubbi. La NAS, Naval Air Station, Sigonella è di supporto a tutte le attività che l’US Navy e la Nato svolgono nel Mediterraneo.
Fabio Gigante