Femminicidio a Roma: il piano agghiacciante di Adil Harrati
La tragica storia di Rossella Nappini e l'omicidio premeditato che ha sconvolto la città
Femminicidio a Roma: il piano agghiacciante di Adil Harrati
Violenza senza fine.
Altro omicidio, un’altra donna uccisa per mano di ex convivente. La vittima è Rossella Nappini e il presunto assassino è Adil Harrati, un uomo di 45 anni di nazionalità marocchina, smbrerebbe irregolare nel nostro Paese, un altro clandestino. Nel 2021, Harrati aveva vandalizzato l’auto dell’infermiera con la scritta “Ti amo tanto”. L’uomo, che in passato aveva svolto lavori nello stesso edificio in cui è avvenuto il delitto, è stato bloccato alle quattro di martedì mattina dalla Squadra Mobile di Roma.
L’ex compagna Rossella Nappini, 52 anni, infermiera a Roma, è stata brutalmente uccisa con oltre venti coltellate nell’androne del palazzo dove viveva con i figli e la madre anziana. L’assassino, che dai primi rilievi, sembrerebbe Adil Harrati, ex della vittima e operaio di 45 anni di nazionalità marocchina, aveva pianificato attentamente l’omicidio. È stato fermato dalla Squadra Mobile di Roma alle quattro del mattino di martedì. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. L’indagine è stata condotta rapidamente grazie a testimonianze e all’analisi delle telecamere. La madre della vittima ha fornito un racconto cruciale che ha aiutato gli investigatori a identificare l’assassino, rivelando che quest’ultimo aveva atteso che Rossella rincasasse prima di attaccarla nel suo appartamento nel quartiere Primavalle-Trionfale.
Il fatto
L’ex partner, Adil Harrati, un operaio mutratore marocchino di 45 anni, irregolare, aveva pianificato attentamente l’omicidio, uscendo di casa con un coltello e uccidendo Rossella con oltre venti coltellate nell’androne del palazzo dove viveva con i figli e la madre anziana. Harrati è stato fermato dalla Squadra Mobile di Roma martedì mattina e l’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. L’indagine è stata condotta rapidamente grazie a testimonianze e all’analisi delle telecamere. Il racconto fornito dalla madre della vittima è stato cruciale nell’individuare l’assassino, che aveva aspettato che Rossella rincasasse prima di attaccarla nel suo appartamento nel quartiere Primavalle-Trionfale.
Rossella Nappini aveva subito in passato il vandalismo dell’auto da parte dell’assassino nel 2021, quando quest’ultimo aveva vandalizzato l’auto della vittima con la scritta “Ti amo tanto”. L’aggressione mortale è avvenuta mentre Rossella si stava recando al bancomat nel pomeriggio di lunedì. L’attacco è stato descritto come un diverbio seguito da una colluttazione e diverse coltellate in diverse parti del corpo. Harrati è fuggito con il coltello e gli investigatori hanno interrogato sospettati nella Questura di via San Vitale, giungendo infine all’identificazione dell’assassino nordafricano.
Il nordafricano rsulta essere irregolare sul territorio nazionale.
Linterrogatorio
Il nordafricano, è rimasto in silenzio durante l’interrogatorio presso gli uffici della Squadra Mobile dopo essere stato fermato nell’appartamento dove viveva a Torrevecchia. Non ha confessato l’omicidio di Rossella Nappini, con la quale aveva avuto una breve relazione nella primavera scorsa, ma rimane in contatto con l’infermiera. Potrebbe comparire davanti al gip per l’udienza di convalida oggi. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per aver portato un coltello a casa della madre di Rossella, che avrebbe poi utilizzato per uccidere la donna. Il movente rimane un mistero, ed è probabile che Harrati non risponda alle domande.
Gli investigatori stanno cercando di confermare la presenza di Harrati al Trionfale lunedì pomeriggio attraverso testimonianze, telecamere di sicurezza e analisi delle celle telefoniche. I telefoni dell’uomo e dell’infermiera saranno sottoposti a perizie tecniche per ricostruire i loro contatti. Al momento, l’arma del delitto non è stata trovata. Le indagini suggeriscono che il femminicidio potrebbe non essere collegato solo alla relazione sentimentale tra l’infermiera e il presunto assassino, ma anche a loro rapporti personali recenti, inclusa l’ipotesi di una questione economica.
Harrati aveva continuato a frequentare l’abitazione della madre di Rossella, Teresa, che l’infermiera assisteva dall’inizio dell’estate. Rossella aveva una vita complicata e aveva tentato più volte di riprendersi da relazioni complesse e dall’assenza dei suoi figli. L’indagine mira anche a chiarire la situazione amministrativa di Harrati in Italia, poiché risulta essere irregolare sul territorio nazionale.
La famiglia di Rossella e i suoi colleghi di lavoro all’ospedale San Filippo Neri chiedono giustizia per la sua morte. Gli amici e parenti la ricordano con affetto, sottolineando che negli ultimi tempi sembrava essere stanca e aveva affrontato difficoltà legate agli alimenti per i suoi figli e alla loro custodia.