Intercettato sul Baltico l’aereo con a bordo Putin
Alta tensione ieri nei cieli del Baltico. L’improvvisa trasferta del Presidente russo Vladimir Putin a Kaliningrad con il “Cremlino volante”, ovvero a bordo del suo Ilyushin-96-300PU. Oltre a questo altri due aeromobili: un altro Il-96 ed un TU 204-300 con a bordo personale dei servizi segreti, hanno reso turbolenti i cieli del Baltico. Kaliningrad è la frontiera più calda del confronto tra Russia e Occidente, l’ultima fortezza dell’era sovietica da cui il Cremlino sogna di rilanciare la sua potenza. E quanto sia alta la tensione lo ha dimostrato l’accoglienza riservata ieri al velivolo presidenziale. Il servizio stampa del Cremlino ha riferito che Vladimir Putin si è recato a Kaliningrad perché il 1° settembre si celebra la Giornata della Conoscenza, o cerimonia di apertura dell’anno scolastico in Russia. Un altro motivi della visita del leader russo potrebbe essere le imminenti elezioni regionali nell’Oblast di Kaliningrad, previste per l’11 settembre.
Un Gulfstream S102 Korpen dell’Aeronautica militare svedese immediatamente dopo il decollo è piombato in direzione dell’aeromobile di Putin. La traccia radar è apparsa sugli schermi di Flightradar24. Il Gulfstream svedese che si occupa di spionaggio elettronico, in gergo Elint, con apparati in grado di intercettare e analizzare le trasmissioni radio, non ha mai smesso di “ombreggiare” l’Ilyushin del leader russo: dopo averlo raggiunto, ha virato e lo ha affiancato.
E ha proseguito “l’affiancamento” fino ai limiti dello spazio aereo di Kaliningrad. Il suo profilo di volo però è stato particolarmente aggressivo, testimoniando la determinazione di Stoccolma nel difendere il Baltico. Tutta la zona è oggetto di incontri ravvicinati tra aerei russi e occidentali: Mosca infatti rivendica il diritto di volare verso Kaliningrad senza chiedere autorizzazioni ai controllori degli altri Paesi, come se esistesse ancora l’Urss. Bombardieri e ricognitori spuntano negli schermi radar senza preavviso e senza segnalare i loro piani. Ieri l’Estonia ha fatto decollare i suoi unici velivoli militari: due L-39 Albatross, progettati per l’addestramento ma usati pure in azioni di attacco. Si sono spinti in coppia ai margini della rotta di Putin, rimanendo a distanza di sicurezza: una presenza simbolica, perché non risulta dispongano di missili aria-aria. Estonia, Lettonia e Lituania – ex Paesi dell’Unione Sovietica ora membri della NATO e dell’Unione Europea – sono nazioni piccole, con forze armate minuscole. A garantire la protezione dei loro cieli provvedono gli intercettori dell’Alleanza Atlantica.
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Intorno a Kaliningrad attualmente ci sono i caccia JAS-39 magiari in Lituania, gli Eurofighter tedeschi in Lettonia e quelli italiani in Polonia. I nostri jet sono schierati a Malbork, l’antica Marienburg: si trova a meno di cento chilometri dall’enclave russa, una distanza che percorrono in cinque minuti. Su ognuno degli aeroporti una coppia di velivoli armati resta sempre pronta a decollare. Nei prossimi giorni si temono altri confronti ad alta quota. C’è l’ipotesi in onore di Putin scatti un’esercitazione della base di Kaliningrad, per mostrare l’efficienza della guarnigione. Lì poco dopo ferragosto sono stati schierati anche tre Mig-31 con i missili ipersonici Kinzhal: quelli che il nuovo Zar ha definito “super-armi invincibili”.
Fabio Gigante