IL MEGATUNNEL: BUONO PER IL PORTO, MA NON PER LA CITTA’ DI PALERMO
Il cosiddetto "megatunnel" che dovrebbe attraversare la città da nord a sud non risolverebbe i problemi di mobilità. Meglio la tangenziale ed il collegamento al Porto da nord.
La Giunta Comunale di Palermo avrebbe approvato un “l’Accordo di Collaborazione ex Art.15 della Legge 241/1990″ con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale per un’opera di cui si parla da tempo. Si tratta del tunnel lungo 12 km del costo di ben 1,2 miliardi di Euro che dovrebbe collegare le due testate autostradali (A19 per Catania/Messina ed A29 per Mazara del vallo/Trapani) passando praticamente sotto il porto. Una parte del tunnel correrebbe sotto l’alveo marino. Per l’opera sono già disponibili 1,4 milioni di Euro, stanziati dal Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibile.
Opera utile per il Porto. Ma non per la città
L’ opera sicuramente sarebbe molto utile all’Autorità Portuale che in tal modo risolverebbe il problema dell’accesso al Porto, reso complicato da una città che, nell’ultimo secolo, gli è letteralmente cresciuta intorno. Le strade che portano all’infrastruttura da cui la città prende il nome sono da tempo insufficienti al loro scopo, essendo intasate dal traffico cittadino.
Tuttavia, stiamo parlando di un’opera autostradale, con una galleria per senso di marcia. Ognuno dei due tunnel convoglierebbero circa 3600 veicoli l’ ora. Troppi, per servire soltanto il Porto, che, nel suo futuro, vivrà principalmente di crocierismo, lasciando al traffico merci un ruolo del tutto marginale. Per quello, la stessa Autorità Portuale punta giustamente su Termini Imerese, lontano dal traffico della metropoli e collegato ottimamente con la rete autostradale.
Per il resto l’autostrada sotterranea/subalvea convoglierebbe il traffico di attraversamento, dell’area urbana da est ad ovest, di cui conosciamo l’entità. Paradossalmente, non è il principale problema di Palermo: esso è pari soltanto ad una quota che si aggira intorno al 10% di quello che attualmente percorre la circonvallazione. Lo dice uno studio del sottoscritto del 1996 . Anche se è passato un quarto di secolo, quel dato è ancora attendibile, perché confermato dall’ANAS nel 2016, nell’ambito della redazione del progetto di tangenziale.
Una presenza ingombrante per il centro storico
Quest’arteria ad altissima capacità (e costi)sarebbe quindi destinata a convogliare poche centinaia di veicoli l’ora. Ma non è tutto. E’ facile prevedere che la presenza di uno o più svincoli al porto e, riteniamo, lungo la litoranea favorirebbe l’accesso di flussi di traffico enormi in pieno centro storico, o nelle immediate vicinanze:. La parte più vulnerabile della città, dl punto di vista ambientale, si vedrebbe pertanto dotata non di un mezzo di trasporto alternativo, ma di un formidabile vettore di autoveicoli su gomma.
Un assurdo trasportistico, se si pensa che in tutte le metropoli del mondo si fa di tutto per allontanare le automobili dai centri storici, impegnandosi a realizzare sistemi di trasporto pubblico all’altezza. A proposito, al chi, al Comune che si è entusiasmato tanto per questo progetto, mi piacerebbe chiedere: che fine ha fatto la Metropolitana Automatica Leggera?
L’impatto trascurabile sulla Circonvallazione
Si potrebbe pensare che un’arteria del genere alleggerirebbe la circonvallazione, ma non è così. Viale Regione Siciliana ormai da decenni svolge un ruolo tutto interno alle dinamiche urbane, essendo, di fatto, l’unica strada urbana che collega direttamente la parte sud a quella nord della città stessa. L’altra è proprio la litoranea, del cui intasamento perpetuo abbiamo già detto.
Allo stesso modo, la circonvallazione distribuisce all’interno della città i flussi provenienti dalle testate autostradali e svolge il ruolo di “gronda” nei confronti degli altri flussi esterni, compresi quelli dei quartieri, popolosissimi, situati a monte di essa. Non potendo essere utile in tal senso, il megatunnel lascerebbe la circonvallazione nelle attuali condizioni (critiche) che tutti conosciamo.
La Tangenziale, molto più utile alla città
Ben diverso invece sarebbe l’impatto di una vera tangenziale per la città. Come accennato prima, fu proposto nel 2016 dall’ANAS, accolto gelidamente dal Comune ed infine inopinatamente accantonato. Una infrastruttura che avrebbe di fatto preso il posto della circonvallazione, allontanando dal centro cittadino i flussi principali di traffico e convogliandoli verso le principali radiali di penetrazione. Il progetto prevedeva ben sei svincoli, all’interno dell’asse autostradale situato in zona pedemontana, con buona parte del suo percorso in galleria.
E l’accesso al Porto? Sarebbe stato comunque garantito da nord, attraverso l’arteria sotterranea già prevista nel PRG da viale Francia, attraverso un nuovo svincolo collegato con la tangenziale stessa e con la Circonvallazione. Quest’ultima, finalmente liberata dal suo attuale, ingrato compito di strada “tuttofare” (gronda, attraversamento, mobilità interna alla città…) potrebbe diventare una strada urbana a tutti gli effetti, magari con la sua parte centrale interrata come è stato previsto qualche tempo fa nel “Piano Strategico per Palermo”.
Le somme da spendere sarebbero comunque ingenti, ma ritengo che sarebbero spese molto meglio, finendo con l’essere utili non soltanto al Porto ed alle sue sacrosante esigenze, ma anche all’intera area metropolitana.