L’impegno dell’A.C.I.S.M.O.M nell’emergenza Covid-19
Intervista al Generale Direttore Capo del Personale Mario Fine, Comandante del Corpo Militare A.C.I.S.M.O.M.
Non c’è stata emergenza in Italia, dalle due guerre mondiali alle calamità naturali in ultimo l’emergenza pandemica che non abbia visto l’intervento dell’A.C.I.S.M.O.M., il Corpo Militare dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, Corpo Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano. Abbiamo intervistato il suo Comandante, il Generale Direttore Capo del Personale, Mario Fine. Diversi sono stati gli incarichi rivestiti nel corso della sua carriera: Capo Ufficio Operazioni e Addestramento; Capo Ufficio Amministrativo; Capo di Stato Maggiore e successivamente Comandante del Corpo e di facente funzioni di Direttore Capo del Personale nel 2010.
Il Generale di Brigata, Mario Fine ha maturato diverse esperienze nell’ambito della gestione delle emergenze partecipando direttamente in attività di coordinamento relative ad eventi quali i terremoti, dall’Irpinia del ’80 a quello dell’Italia Centrale del 2016; all’assistenza dei profughi somali nel Lazio del ‘92 e quelli albanesi nelle Murge nel 1997. Nel biennio 2015-2016 ha promosso e diretto una serie di attività umanitarie in Kosovo, Somalia, Libano, Afghanistan e Gibuti. Dal 2017 ad oggi, in qualità di Generale Direttore Capo del Personale, Comandante del Corpo Militare, ha potenziato il supporto a favore dell’Esercito e delle altre Forze Armate definendo numerosi accordi di collaborazione sanitaria con svariati enti su tutto il territorio nazionale. In campo civile, ha incrementato le attività socio-assistenziali avviando nuovi progetti come la consegna e distribuzione di pasti a favore dei più bisognosi e gli Ambulatori Sociali che consistono nell’erogazione di visite mediche specialistiche a favore dei meno abbienti.
Sig. Generale, cos’è l’A.C.I.S.M.O.M. e qual è il suo ruolo istituzionale? Il Corpo Militare dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta è un Corpo Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano, il cui scopo istituzionale, giuridicamente sancito nella Convenzione con il Ministero della Difesa, che ne regolamenta il funzionamento, è quello di: “…cooperare con l’Esercito Italiano per lo svolgimento di attività di soccorso sanitario in circostanze di guerra, pubblica calamità e di emergenza, sia all’interno del territorio nazionale, sia nel corso di missioni umanitarie e per il mantenimento della pace al di fuori del territorio nazionale”.
Com’è diventata militare? “L’A.C.I.S.M.O.M. nasce nel 1877 dall’idea di alcuni Cavalieri Italiani del S.M.O.M. che vogliono istituire un’organizzazione che richiamasse l’antica tradizione militare dell’Ordine di Malta unita a quella assistenziale. Nonostante tali prerogative, l’Associazione nasce come organizzazione paramilitare. Solamente nel 1909, a seguito del suo intervento nel terremoto calabro-siculo del 1908, il Sovrano Vittorio Emanuele III ne riconosce l’impegno concedendo le “stellette”, acquisendo, dunque, lo status militare e diventando a tutti gli effetti Corpo Militare Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano”.
In quali conflitti è stata impegnata? “Il primo impegno dell’A.C.I.S.MO.M. come Corpo Militare Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano risale al 1911, in occasione della Guerra di Libia. L’Ordine di Malta attrezza a nave-ospedale il piroscafo “Regina Margherita”, concesso dalla Regia Marina e affidato al Corpo Militare. A seguire, l’intervento nella Prima Guerra Mondiale al fianco della sanità militare con la mobilitazione di quattro treni-ospedali che sostavano nelle stazioni ferroviarie a ridosso dei fronti di combattimento per caricare feriti e malati e trasportarli negli ospedali territoriali. Operativi, nel corso del Primo Conflitto, anche otto posti di soccorso, ubicati anch’essi nelle stazioni ferroviarie a ridosso dei fronti di combattimento ed abilitati a gestire i casi di urgenza, L’ospedale territoriale Santa Marta in Vaticano e l’ospedale da guerra a Togliano in Friuli. Durante la Seconda Guerra Mondiale si ripete più o meno lo stesso scenario della Prima, con la mobilitazione di tre treni-ospedale, che furono impiegati per il rimpatrio di feriti e malati che avevano combattuto sul fronte greco-macedone e russo, gli ospedali territoriali “Principe di Piemonte” a Roma e “Principessa di Piemonte” a Napoli, oltre a numerosi posti di soccorso, presenti soprattutto a Roma e operativi in particolar modo durante il periodo dell’Occupazione”.
Quali sono le Vostre attività? “Il Corpo Militare, oltre ai casi di intervento legittimati nella Convenzione con il Ministero della Difesa, ovvero guerre, calamità naturali, ed emergenze in generale, lavora quotidianamente a supporto degli enti dell’Esercito, e in virtù di un recente accordo con lo Stato Maggiore Difesa, su richiesta, anche di quelli delle altre Forze Armate. Il supporto va, ad esempio, dall’erogazione di visite mediche specialistiche, all’assistenza sanitaria in occasione di poligoni ed esercitazioni, oppure corsi di formazione sanitaria (BLS – BLSD). Il Corpo Militare consta anche di personale non sanitario, come Ingegneri, Architetti, Commissari che, all’occorrenza, possono risultare una importante risorsa per la Forze Armate. Parliamo sempre di personale volontario e dunque non retribuito per le prestazioni che svolge. In cambio generalmente gli enti beneficiari del servizio garantiscono al Corpo Militare supporto logistico e formativo. Allo stesso modo, ove vi sia una richiesta di supporto da parte di un ente civile, il Corpo Militare, nei limiti delle proprie disponibilità, è pronto ad erogare i propri servizi”.
L’organizzazione sul territorio nazionale? “Il Corpo Militare è costituito dal Comando generale, che ha sede a Roma nella Città Militare della Cecchignola, costituito dal 19 unità in servizio permanente effettivo, un Reparto Comando, 9 Unità Territoriali, la Squadra Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (S.A.P.R.), un Servizio Medico Veterinario, la Sezione CBRN in seno all’Unità Territoriale “Primo”. Abbiamo inoltre attivo, per le attività di competenza del Corpo, il Servizio di Consulenza Giuridico-Legale. Il personale in forza alle Unità Territoriali, lo ripeto, svolge attività di volontariato, pertanto, non è soggetto a retribuzione”. Può parlarci dell’ Unità Territoriale “Sicilia” il cui responsabile è il Ten. Col. Tommaso Gargallo di Castel Lentini? “L’Unità Territoriale “Sicilia” è stata istituita nel 2016, configurandosi come unità autonoma rispetto al 3° Reparto al quale sino ad allora apparteneva. La stessa collabora sia con gli enti militari presenti sul territorio, in particolar modo la Brigata “Aosta” dell’Esercito e gli enti da essa dipendenti, sia con gli enti locali civili, soprattutto in caso di situazioni emergenziali come alluvioni, inondazioni, eruzioni vulcaniche. Il personale siciliano nell’ultimo anno si è dimostrato particolarmente sensibile nei confronti dei più bisognosi, nell’ambito dell’emergenza Covid, portando avanti, fra le varie attività, il progetto “Dona un computer, garantisci lo studio”, in collaborazione con STMicroelectrics Foundation, finalizzato alla consegna di dispositivi informatici (pc, laptop, tablet) a studenti con difficoltà economiche, consentendo loro di poter agevolmente seguire la didattica a distanza”.
Quali sono le caratteristiche di reclutamento? “Essendo il Corpo Militare un’organizzazione prettamente di natura sanitaria, la maggior parte dei nostri volontari vengono reclutati fra medici e infermieri. Il resto, che potremmo definire come componente logistica, spazia dalla figura del soccorritore a quella del commissario o dell’ingegnere. Abbiamo due grossi bacini, quello del Ruolo Normale, nel quale viene inserito il personale che non ha avuto obblighi con il servizio militare di leva e il Ruolo Speciale nel quale invece convergono coloro i quali hanno prestato il servizio militare”.
Al personale reclutato avviate dei corsi di formazione? “Ricollegandosi a quanto detto poc’anzi, il personale del Ruolo Normale, non avendo esperienza militare, deve necessariamente essere indottrinato alla vita militare. In ogni caso tutti i neo arruolati vengono formati militarmente e in base alle singole posizioni e competenze rivestiti nel Corpo Militare vengono avviati alla formazione che viene garantita sia internamente al Corpo sia dagli enti militari con i quali il Corpo collabora. Un esempio potrebbero essere i corsi BLS – BLSD, il corso CBNR”.
L’impegno dell’A.C.I.S.M.O.M nell’emergenza Covid? “Il Corpo Militare da più di un anno è impegnato sul fronte dell’emergenza Covid. Su tutto il territorio nazionale vi è stata la mobilitazione del nostro personale che ha risposto massicciamente alle esigenze del territorio. Sono stati distribuiti ai più bisognosi significativi quantitativi di beni alimentari, farmaci, dispostivi di protezione individuale, materiale informatico, oltre all’impiego di personale logistico in attività di sicurezza e controllo in diversi nosocomi, come a Roma, Bari e presso l’ospedale Covid di Civitanova Marche. Particolarmente apprezzato è stato l’impegno della nostra componente sanitaria, ma anche logistica, presso l’ospedale da campo di Crema e la nave-ospedale “Splendid” ormeggiata nel porto di Genova. Negli ultimi mesi abbiamo fornito, e forniamo tuttora, il nostro concorso alle Asl locali per l’attività di screening covid (tamponi) e per la campagna vaccinale nazionale, impiegando sia personale sanitario che logistico”.
Il prossimo anno il Corpo festeggia i 145 anni dalla costituzione, un bilancio ed i programmi futuri. “La sua longevità dimostra che è un’organizzazione dinamica che ha saputo adattarsi alle diverse esigenze dei tempi, barcamenandosi fra la realtà militare e quella civile, dimostrando a tutti gli effetti la sua natura “dual use”. L’esperienza che stiamo vivendo con l’emergenza Covid ci ha fatto riflettere su alcune criticità che siamo risusciti a superare rimodellando l’organizzazione territoriale del Corpo che da una iniziale disposizione in Reparti è passata nel giro di pochi mesi ad una disposizione su base Unità Territoriale. Un percorso iniziato qualche anno fa e che ha avuto il suo completamento proprio nei mesi critici della pandemia”. Parliamo di un Corpo “vivo” e duttile, predisposto, nei limiti del possibile, al cambiamento in base alle circostanze reali.
Fabio Gigante