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Claudio Domino, bambino ucciso dalla mafia. Il grido della madre: “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI”.

Il 19 Marzo 2021 è la giornata dedicata in memoria delle vittime di mafia e dei loro familiari. Una giornata che simboleggia ogni giorno, ogni persona e ogni azione dedite alla legalità.

Conosco una mamma particolare, Graziella Accetta, che insieme al marito lottano da anni per avere giustizia dopo la morte del figlio, un bambino di soli 11 anni. Non è stato ucciso per caso, era un’azione premeditata e organizzata nei minimi particolari. I sicari conoscevano le abitudini della famiglia, il nome del bambino e il negozio dei genitori. Ci si chiede come si può agire così crudelmente nei confronti di un bambino. Purtroppo che ci può e l’ha fatta franca.

Come il piccolo Di Matteo e Claudio Domino, ci sono più di 100 bambini uccisi dalla mafia a cui, grazie a Graziella, si è potuto dare un nome e ricordarli.

Ci racconti la storia di tuo figlio?

“Era il 7 ottobre 1986 . Eravamo una bella famiglia, abbiamo avuto due maschietti di 13 e 11 anni. Da un anno e mezzo era arrivata anche la femminuccia, ed eravamo una famiglia ancora più bella, tanto amore ed anche tanto lavoro. Dal mese di luglio infatti ci eravamo aggiudicati con la nostra impresa di pulizia un appalto importante, quello della pulizia dell’aula Bunker di Palermo dove si svolgeva il Maxi-processo contro la mafia.

Per la prima volta, cioè, si mettevano 475 delinquenti assassini dietro le sbarre ed è proprio per quell’appalto che fummo controllati in tutto come un calzino, non dovevamo avere neanche lontanamente un parente mafioso o colluso con la mafia.

Avevamo anche un negozio di libri. La sera del 7 ottobre io e mio marito stavamo x  chiudere il negozio quando Claudio, il più piccolo dei maschietti, ci chiese di andare a casa insieme ad un suo amico . – “Ok vai”-  San Lorenzo x noi era una zona tranquilla e la nostra casa era a 300 metri dal negozio e i due ragazzini si incamminarono. Con lo sguardo li ho seguiti, li ho visto sino a quando girarono l’angolo  ed ecco che sentii il rombo di un motore di grossa cilindrata, il suo conducente chiamare a Claudio chiedendogli di  avvicinarsi  (11 anni) e lo “GIUSTIZIARLO ” con un colpo di pistola 7,65 , come se non fosse un bambino ma il peggiore dei mafiosi.

La corsa in ospedale fu  inutile, nostro figlio era stato ucciso.

Inutile anche dire che la nostra vita da quel momento cambiò. Non riuscivamo a capire perché tanta atrocità verso nostro figlio,  verso un bambino.  Da 34 anni cerchiamo verità e giustizia per lui, Claudio Domino, nostro figlio.  La nostra bella famiglia da quel momento non fù più la stessa.”

Come hai vissuto l’omertà di quel periodo?

“La gente del rione ci è stata vicina. Se  oggi c’è una strada a nome di Claudio è perché l’hanno voluta loro. Naturalmente avevano paura dopo un assassinio così efferato, 34 anni fa non si parlava di mafia, si negava la sua esistenza nelle scuole, perfino per la Chiesa era tabù.

Non si doveva pronunciare questa parola, con l’uccisione di un piccolo Innocente chiamato Claudio Domino e quel -“noi ci dissociamo”-  detto da dietro le sbarre dal mafioso (Giovanni Bontate)  fu un esplicita affermazione che la mafia esisteva. La paura regnava sovrana, passati i primi anni tutto tornò nell’oblio per anni… fino alle stragi eclatanti di Capaci e di Via D’Amelio.”

Qual’ è stato il fatto che ti ha addolorato di più?

“Ci addolora il fatto che ancora, dopo 34 anni, non ci sia giustizia e  verità per nostro figlio. Inizialmente si è perso tempo, si è indagato sulla mia famiglia dove gli Inquirenti avevano già tutto visto il luogo di lavoro dove operavamo. Avevano già spulciato la nostra vita, era tempo perso.”

Oggi, da mamma coraggiosa e piena d’amore,  ricordi tuo figlio e non solo, attraverso “ Giù le mani dai bambini”. Spiegaci meglio.

“Per secoli i mafiosi ci hanno fatto credere che avessero un codice d’onore e lo Stato non ha contribuito a smentirli. E’ solo un falso mito. Gli assassini non hanno codice d’onore, hanno sempre ucciso piccoli INNOCENTI. Ci sono ben 109 PICCOLI INNOCENTI riconosciuti dallo Stato, uccisi da tutte le mafie o organizzazioni criminali di cui nessuno ne parla mai.

Abbiamo deciso insieme a mio marito, a Massimo Sole (fratello di Giammatteo, altra Vittima Innocente),  con Rosanna Melilli coordinatrice” Agende Rosse Paolo Borsellino Palermo “,  Luigi Lombardo Polizia di Stato Lavinia Caminiti “Coartega”, con ANM ed altre associazioni, di portare avanti il progetto “GIÙ LE MANI DAI BAMBINI” , per  fare conoscere, così, le storie di tutti questi Piccoli Innocenti…perché non ci devono essere bambini di serie A o B ma solo Innocenti uccisi dalle mafie!”

Cosa vorresti dire a coloro che hanno ucciso tuo figlio ed altri bambini per conto della mafia?

“Prima di tutto vorrei chiedere all’assassino di mio figlio – Perché- ?

Perché dei Piccoli Innocenti che non avevano nessuna colpa, gli direi – siete solo dei vigliacchi , avete reciso la Vita di tanti piccoli spezzando il loro futuro, i loro sogni, le loro scelte di vita, i sogni dei loro cari nel vederli crescere, crearsi una famiglia,  essere padri o zii , diventare qualcuno all’interno della società-. Claudio voleva fare gli studi per diventare veterinario, dare Amore ed essere ricambiato.”

Cosa, invece, ti andrebbe di dire alle Istituzioni?

 “Alle Istituzioni voglio dire di essere più presenti, di non lasciarci soli come hanno fatto fino ad ora e di non essere presenti solo durante “Alcune commemorazioni” per  fare passerelle. La lotta alla mafia va fatta 365 giorni l’anno.

Noi siamo stati per anni massacrati, prima dalla mafia e poi da uno Stato silente che, anziché darci giustizia e aiutarci, ha fatto affossare la nostra azienda giorno per giorno fino a farcela chiudere. Nonostante tutto quando andiamo a fare testimonianza e memoria nelle scuole di tutta Italia, diciamo ai ragazzi di avere fiducia nelle Istituzioni sane ed oneste, dico loro di studiare perché i mafiosi temono di più la scuola che le Istituzioni.

Noi abbiamo un arma letale, la”Cultura “, che non spara ma apre la mente.  Questo ai mafiosi fa paura. Ringrazio tutti i Dirigenti scolastici e i professori per il grande lavoro che stanno facendo con i progetti sulla legalità, loro rappresentano le Istituzioni sane. Ringrazio inoltre tutte le persone che coraggiosamente ci danno voce.”

Una mamma, Graziella, che non ha paura ad alzare la voce in nome di tutte quelle piccole voci innocenti silenziate da quella che Peppino Impastato chiamava “montagna di merda”..la mafia. Non lasciamo soli i genitori di Claudio e di tutte le vittime. Diamo voce alla cultura così come suggerito da Graziella e non smettiamo mai di cercare e chiedere verità.

“GIU’ LE MANI DAI BAMBINI”.

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