Mattanze, Saga & Cialome di Mario Modestini. 11 settembre a Palazzo RISO
Mattanze
Saga & Cialome
Oratorio in versione cameristica
11 settembre ore 21.00 – Ingresso libero – Palazzo Belmonte Riso – Museo regionale d’Arte moderna e contemporanea – Palermo
La ritrovata cornice dell’agorà del Museo Riso (via Vittorio Emanuele, 365), tra le sedi del Polo regionale d’Arte moderna e contemporanea, nel cuore del centro storico di Palermo, ospiterà l’11 settembre, dalle ore 21.00 il concerto cameristico “Mattanze – Saga & Cialome”, opera scritta e musicata dal compositore Mario Modestini, con il coordinamento artistico di Antonio Raffaele Addamo.
Rappresentato con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, il lavoro oggi ha una nuova trama musicale che si presenta in versione “cameristica” per un ensemble di nove elementi composto da: Luciana Di Bella (canto e recitazione), Alessandra Salerno (canto, recitazione, e harmonic harp), Maurizio Maiorana (canto, recitazione, flauto dolce e tubet), Marilena Sangiorgi (flauto), Tobia Vaccaro e Davide Velardi (chitarra), Wanda Modestini (violoncello), Massimo Patti (contrabbasso) e Giovanni Apprendi (percussioni).
L’importanza della composizione cameristica sta nel fatto che vengono esposti e raccontati, in forma di poesia moderna, storie, miti e misteri di tonnare e tonnaroti di Sicilia, tradizione quasi estinta della memoria storica dell’Isola.
La mattanza, in definitiva, è forse una delle più antiche rappresentazioni della lotta per la sopravvivenza.
Si possono rinvenire le tracce delle cialome nello ‘shalom’ pronunciato dai tonnaroti che pregano il Cristo, la Vergine, i santi, affinché la pesca sia fruttuosa e l’annata salva; sanno che romperanno un equilibrio tra l’Uomo e la Natura, pregano perché quell’equilibrio sia ricomposto e per placare gli spiriti del mare.
Quale migliore accostamento per coniugare l’amore con la morte se non la ‘mattanza’: fonte di ricchezza per l’uomo, che attende i tonni che migrano nel tempo della riproduzione, all’inizio della primavera. Tempo di bottino per l’uno, tempo di morte per l’altro.
Come sosteneva lo storico Jules Michelet: “Tale il mare, come la grande femmina del globo, l’inesausto desiderio, il concepire infinito e il procreare che non si esaurisce mai”.
Nelle culture definite arcaiche avviene, però, anche un ribaltamento di “supremazia”: i racconti narrano della superiorità morale degli animali sugli uomini, dove i primi, esseri mistici, incarnazioni di antenati o di dèi protettori, hanno un giudizio esatto delle cose e una grande felicità.
All’antico canto oggi si aggiunge, nel melos della sequenza narrativa allestita da Mario Modestini, un ‘arresto compositivo’ che con dolore cerca di assolvere ataviche usanze di crudeltà per bisogni di necessità e sussistenza.
“Quando un compositore ricostruisce e riscrive un frammento del passato – dichiara Mario Modestini – non lo fa per appuntarsi un cammeo, ma per cercare di far rivivere un minuzzolo del suo mondo disperso, salvandolo come un reperto archeologico”.
Il concerto, ad ingresso libero, organizzato dall’Associazione Mood, sostenuto dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, fa parte del cartellone “Settembre al Riso”.
Per assistere al concerto all’interno di Palazzo Riso, nel rispetto delle norme anti Covid-19, sarà obbligatorio l’uso della mascherina.