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Sicilia, Formazione: fermi i pagamenti. Gli Enti procedono per vie legali.

Le Associazioni datoriali, stanchi e provati, scrivono all’Assessore Lagalla: “la situazione è diventata insostenibile”.

Gli Enti non comprendono quale sia il motivo per cui la macchina amministrativa dell’Assessorato si inceppi periodicamente creando non pochi problemi di sostenibilità e con il rischio di far saltare l’intero sistema della formazione professionale  in Sicilia.

C’è da dire che solo in Sicilia non si riesce a dare continuità al settore della Formazione. Un comparto ritenuto da quasi tutta la politica ” quasi maledetto”. Solo perché esiste e si deve fare?

In altre regioni d’Italia questo segmento produttivo è visto con tutt’altra logica e riesce a dare risultati importanti sia per la qualità della Formazione,  per la produttività in termini di impiego lavoratori che per  l’inserimento post formazione dei corsisti nel mondo del lavoro.

Dare continuità e sicurezza al comparto è dovere dell’Amministrazione poichè la stessa non si può gestire  “alla giornata” così come si è visto in questi ultimi anni.  L’auspicio degli Enti è che Lagalla, uomo colto e preparato, possa davvero far cambiare rotta a questa nave chiamata formazione che oramai rischia di affondare in un mare, pure di guai.

Ecco la lettera/protesta delle Associazioni di categoria inviata all’Assessore Roberto Lagalla

Preg.mo Assessore,

Queste Associazioni Datoriali, loro malgrado, si trovano costrette a segnalare la paralisi amministrativa che ha investito in questi mesi l’Assessorato dell’Istruzione e Formazione Professionale, certamente anche a causa dell’emergenza sanitaria e della carente risposta  organizzativa.

Le maggiori criticità si riscontrano nell’ambito dell’erogazione dei pagamenti, che è opportuno ricordare sono stati sospesi da fine dicembre 2019 ai primi di giugno 2020 in attesa dell’approvazione del Bilancio della Regione e delle relative procedure di riattivazione dei capitoli di spesa. Tuttavia dai primi di giugno ad oggi sono esigue le erogazioni operate con una mole di mandati  arretrati ormai ingestibile e che risalgono anche all’anno 2019.

Gli Enti ed il personale sono allo stremo, continuano a concludere le attività d’aula senza avere ricevuto in taluni casi neanche il primo acconto, si continua stoicamente ad a inserire dati nelle

piattaforme di progettazione e rendicontazione, senza poi mai vedere un saldo.

Come possiamo andare avanti? Forse è il caso di fermarsi tutti? Ad oggi le uniche prospettive di recupero di questa enorme mole di crediti, appare quella giudiziaria con aggravio di spesa per l’erario, ma appare ormai l’unico modo per evitare il collasso finanziario degli Enti e del comparto.

 

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